Royal Headache High

Royal Headache High

di Marina Montesano

Ricordate quando avete ascoltato per la prima volta Needles & Pins versione Ramones oppure Unsatisfied dei Replacements? E vi siete chiesti come può una ballata essere così semplice e allo stesso tempo così perfetta? Quando, a metà di High, secondo disco dei Royal Headache, arriva Wouldn’t You Know, è davanti a quel tipo di canzone che ci si trova: essenziale, compiuta, atemporale. Il cantante del quartetto australiano, noto come Shogun, ha una voce come se ne sentono di rado, e riesce a infondere nel garage-punk della band uno spirito soul – nel senso pieno del termine – che non prescinde dall’energia, dai toni ruvidi, dalle urla, ma che conferisce al tutto un tocco di vera classe. Nel 2011 l’esordio conteneva belle canzoni registrate con un suono da Nuggets 1960; High è più pulito, ma la nuova dimensione aggiunge forza invece di sottrarne, e fa emergere ancor di più la vena melodica della band. Che siano mid-tempos come la title track, ballate come Carolina e Wouldn’t You Know o brani più veloci, come tutti gli altri, il risultato è una mezz’ora di musica eccellente, da ascoltare a ripetizione. Niente di retrò, come sembra voler dire l’edificio industriale in bianco/nero sulla copertina, luogo dismesso del sobborgo di Sydney dove vivono i quattro, che si rivede a colori a far da sfondo alle agitazioni di Shogun nel video di Carolina; semplicemente una formula che funziona perfettamente se è rappresentata da brani di tale spessore. Tanto per dire, se i Libertines avessero nel loro disco in uscita la metà della canzoni dei Royal Headache, sarebbero degni sul serio di tutte le copertine loro dedicate. Ma forse un po’ di successo arriverà, meritatissimo, anche per questi ultratrentenni poco appariscenti e tanto più consistenti.

9/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=GIA0DqVgMFU

Carolina

print

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.