
di Mauro Carosio
Sophie Ellis-Bextor si è ampiamente fatta conoscere a livello mondiale grazie a un pugno di brani disco particolarmente azzeccati. L’esordio col botto è del 2001 con Murder On The Dance Floor, a cui sono seguiti altri felici capitoli dance fino tre anni fa con l’album Make A Scene. Il 2014 è il momento della svolta. La cantante inglese torna con un disco scritto a quattro mani con Ed Harcourt (elegante cantautore britannico indie-rock praticamente sconosciuto in Italia) e il risultato dell’operazione è senz’altro interessante. Sophie Ellis-Bextor abbandona l’elettro-pop che ha caratterizzato le sue precedenti produzioni per spostarsi verso un genere più sofisticato. Wanderlust è un disco più impegnato; lo sguardo al pop permane, ma gli undici nuovi brani sono attraversati da sonorità più rock e da arrangiamenti per tastiere e archi molto curati. Un lavoro carico ed emozionale che ci mostra un’interprete che ha deciso di crescere artisticamente abbracciando un genere più complesso. Wanderlust convince immediatamente pubblico e critica balzando in vetta alle classifiche d’oltremanica a una settimana dall’uscita. L’ottimo biglietto da visita è il primo singolo Young Blood, una ballatona perfetta e trascinante. Nel resto di Wanderlust capita comunque di incontrare altri brani di sicura presa come Birth Of An Empire e 13 Little Dolls che, oltre ad essere uno dei pezzi migliori, ha un andamento rock che lascia ben sperare per l’età adulta dell’ex starlette inglese.
7/10
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Sophie Ellis-Bextor – Young Blood