The Doors - Live at the Matrix, 1967

Live at the Matrix, 1967: quattro sconosciuti  che si fanno chiamare The Doors arrivano a San Francisco…

Nei primi mesi del 1967, a ridosso dell’esplosione a impatto planetario della Summer of Love, la popolarità dei Doors era circoscritta all’intrigante enclave artistica di Venice Beach e al campus universitario della UCLA. Il primo, omonimo,  disco della band era stato appena pubblicato e il fascino angelico e conturbante di Jim Morrison era ad esclusivo appannaggio dei club di Los Angeles, con l’unica eccezione di una breve trasferta al Fillmore Auditorium di San Francisco. Nel gennaio di quell’anno denso di avvenimenti epocali, I Doors si esibirono infatti nello storico locale come opening band dei Young Rascals.

Nonostante le perplessità di Ray Manzarek, Jim Morrison stabilì di aprire il concerto con l’inquieta, ossessiva e lunghissima When The Music is Over. Il pubblico sembrò non apprezzare, almeno fino a quando l’intuito e la maestria scenica di Jim Morrison suggerirono alla band virare verso la ben più incendiaria e vitale  Break on Through (To The Other Side). L’atmosfera colorata e lisergica di San Francisco, com’era prevedibile, non lasciò indifferenti i quattro giovani musicisti. Il loro album, ben recensito dalla critica specializzata, stentava ad affermarsi in termini commerciali.

I Doors nel marzo 1967

Tuttavia, due mesi dopo il loro primo approdo, il gruppo venne nuovamente invitato a San Francisco per una serie di concerti al Matrix, un piccolo club ricavato da una vecchia pizzeria di cui Marty Balin dei Jefferson Airplane era co-proprietario insieme a Peter Adam. Ed è a quest’ultimo che si devono le prime, rudimentali registrazioni dei concerti della giovane band di Los Angeles. I Doors si esibirono al Matrix dal 7 all’11 marzo e in quei giorni affrontarono il rigido e ventoso inverno della California del Nord e il severo giudizio di uno sparuto pubblico colto, esigente ma piuttosto “distratto” da alcuni inevitabili  elementi di contorno come l’alcol e altre sostanze fortemente in voga tra i giovani alternativi di Frisco.

Un repertorio eclettico

Le esibizioni dei Doors al Matrix  documentano il talento eclettico e avvincente della band. Jim Morrison mostra già il carisma versatile e inquieto che lo renderà leggendario. Ray Manzarek offre un approccio “classico” (la sua passione per Bach, del resto, è nota) all’intro di Soul Kitchen, Robbie Krieger e John Densmore sono straordinariamente efficienti e creativi. I tre set del sette e del dieci marzo 1967, sono quindi la lucida testimonianza  delle enormi potenzialità  artistiche della band, la cui notorietà  avrà un’impennata rapida e inarrestabile dopo la pubblicazione del singolo Light My Fire. 

Jim Morrison e compagni si muovono tra i brani del loro all’epoca unico album affrontandoli con ipnotica determinazione (When The Music is Over e The Crystal Ship tra tutte), si incamminano negli impervi, affascinanti sentieri del jazz con gli strumentali  Bag’s Groove e All Blues di Miles Davis e interpretano da par loro Get Out of My Life Woman di Allen Toussaint. Da segnalare la versione (anch’essa strumentale) della gershwiniana i Summertime e l’anteprima di People Are Strange, una delle loro canzoni più classiche che verrà pubblicata di lì a pochi mesi nel secondo album, Strange Days. 

The Doors - Moonlight Drive

The Doors – Live at the Matrix, 1967: finalmente un’edizione di buon livello qualitativo

Nel corso degli anni, i nastri dei concerti del Doors al Matrix hanno dato vita a bootlegs di scarsa qualità e a un doppio CD realizzato nel 2008. Le tecnologie più avanzate hanno permesso al produttore Bruce Botnick di recuperare la preziosa testimonianza racchiusa in quei nastri. Ma al di là della buona qualità del suono,  Live at Matrix,  1967 (sottotitolo: The Original Masters)  documenta, in nuce, ciò che la breve e intensa epopea dei Doors ha saputo offrire: una rapace e al tempo stesso ingenua avidità giovanile di essere se stessi. 

The Doors - Live at the Matrix, 1967
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Nata a Genova in tempi remoti. Speaker radiofonica presso varie emittenti locali, ha condotto il programma Raisteronotte. Ha scritto per alcune riviste specializzate, tra le quali il Mucchio Selvaggio

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