thee oh sees

thee oh sees

di Renato ‘Campominato’

Sembrava intenzionato ad accantonare anche i Thee Oh Sees e invece l’infaticabile John Dwyer ritorna con il disco per certi versi più interessante della loro produzione discografica. L’iniziale Penetrating Eye sorprende ispirandosi agli esordi dei Black Sabbath, ma si tratta solo della prima tappa di un percorso musicale impegnativo e tuttavia non privo di soddisfazioni. Encrypted Bounce si addentra nei territori del krautrock con richiami al dark-noise che si intensificano nella successiva Savage Victory. Come risucchiati da un vortice di immagini caleidoscopiche che aumenta la sua energia in Put Some Reverb On My Brother si viene trasportati fino alle più accessibili sonorità garage della title-track e della splendida Camera (Queer Sound). The Kings Nose ci ricorda per un attimo anche Syd Barrett, mentre le distorsioni space-rock di Transparent World fanno da ponte verso The Lens, destinazione finale di questo viaggio che, inevitabilmente, approda dalle parti di Liverpool. I poco più di trenta minuti densissimi di questo disco sembrano un atto di deferenza verso i suoni psichedelici, nato forse per testimoniare il proposito di volersi, questa volta veramente, congedare in bellezza.

8/10

 

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The Oh Sees – Drop

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