
Un inizio d’anno niente male. A distanza di due anni dal secondo episodio, tornano Killer Mike ed El-P. Run The Jewels 3 è il loro disco migliore.
Run The Jewels 3 è l’episodio migliore prodotto sinora dal duo
È la prima recensione di Tomtomrock per un disco uscito nel 2017. Almeno ufficialmente, nel senso che RtJ 3 dovrebbe uscire il 13 gennaio prossimo in America, il 20 in Europa. Ma, sicuri del fatto loro, Run The Jewels ne hanno regalato il download per Natale 2016. Per di più completo di copertina e booklet. Tanto i fan lo compreranno lo stesso. Ormai la simbiosi fra i due è perfetta; cominciata come la collaborazione fra un produttore e un rapper su R.A.P. Music di Killer Mike, il duo suona affiatatissimo e agguerrito. Su RtJ 3 non hanno bisogno neppure di molti collaboratori. Joi, Tunde Adebimpi, Trina, lo strumentista jazz Kamasi Washington, gli amici Zack la Rocha e Boots, e Danny Brown. A parte l’ultimo, niente featurings di grandi rapper. E va bene così, dato che le 14 tracce non lasciano un momento di tedio.
In particolare va segnalato il lavoro di produzione di El-P, che è poi ciò che rende il terzo superiore ai primi due dischi. Il rap di RtJ non è basato su hooks accattivanti, come spesso accade oggi; è musica d’assalto, a volte ossessiva, come in Call Ticketron, dove i beats potenti sono tutto ciò che ci si deve attendere. Ma qui c’è qualcosa di nuovo, o meglio qualcosa che coglie i migliori momenti presenti in precedenza: come Early da RtJ 2. Aperture quasi melodiche che, pur senza seguire la solita alternanza ritornello-strofa, rendono più accattivanti i brani. E soprattutto ne esaltano la potenza. Un classico esempio è dato da Stay Gold, ma il discorso vale per molti brani di questo nr. 3.
Killer Mike ed El-P: rap e beats eccellenti
Ma andiamo con ordine. L’inizio del disco è un uno-due potentissimo: Down e Talk To Me sono due jab messi a segno. Ci si chiede che effetto faranno dal vivo, dimensione in cui RtJ eccelle, insieme a Don’t Get Captured. Alcune basi sono veramente impressionanti: l’atmosferica 2100 con un groove di synth e di chitarre è un esempio perfetto delle capacità di El-P.
Così come Oh Mama, con un finale lirico molto bello. Chiude perfettamente la doppia traccia A Report To The Shareholders/Kill Your Masters. I testi solo l’ormai consueto (per il duo) concentrato di politica e paranoia. La partecipazione di Killer Mike nelle primarie democratiche a fianco di Bernie Saunders non lo ha rammollito. E anzi in A Report To The Shareholders si toglie qualche sassolino dalla scarpa a proposito delle polemiche su una sua frase (“a uterus doesn’t qualify you to be president”) a proposito di Hillary Clinton. Da ascoltare e magari anche da leggere.
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