Venezia 77

John Vignola alla 77° Mostra del Cinema guarda e ascolta.

John Vignola - Sanremo 2019 Tomtomrock

Alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia la musica è sempre stata una presenza  rilevante. Mai un semplice accompagnamento, tante volte qualcosa che dà forma e sostanza a pellicole anche diversissime tra loro.

Quest’anno la musica ha caratterizzato diversi  film: un potenziale Leone d’oro  quale The Disciple del regista indiano Chaitanya Tamhane, l’applauditissimo ma in realtà piuttosto scarso Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, un documentario che si chiama semplicemente James ed è dedicato a James Senese – con e senza Napoli Centrale – su cui ci asteniamo per diretti coinvolgimenti personali.

One Night In Miami

C’è poi un titolo fuori concorso, One Night In Miami,  che ha la musica e la resistenza nera al centro di tutto: è la storia, prima teatrale poi filmica, di come nasce A Change Is Gonna Come di Sam Cooke, in mezzo a litigi furibondi fra lui, Malcolm X, Cassius Clay – appena reduce dalla vittoria con Sonny Liston – e Jim Brown (*). In questo caso la musica racconta una storia fuori dall’ordinario che attraversa Blowin’ In The Wind (“una canzone che ti dovrebbe fare incazzare, Sam, visto che l’ha scritta un ragazzino bianco del Minnesota”, dice Malcolm), il soul degli anni ’60 e plana in maniera commovente fra le strofe di un pezzo ancora ferocemente contemporaneo. È l’unico vero esempio brillante di tutta la rassegna di quello che può fare la musica al cinema.

La musica negli altri film di Venezia 77

Il resto è un continuo fuori sincrono, da Miss Marx, che non trova di meglio che appoggiare il punk sulle tragedie di Eleanor Marx (figlia del più noto Karl), facendola addirittura ballare come se fosse una riot girl nella sequenza più confusa della pellicola, a Mandibules, dove Mr. Oizo, tanto regista quanto musicista, si concede una colonna sonora deliziosa per un’opera quasi insopportabile. Le canzoni d’epoca del claudicante Lacci (Daniele Lucchetti), la PFM  di Impressioni Di Settembre in Padrenostro (Claudio Noce), gli scorci sonori di Paolo Conte, via con me (Giorgio Verdelli)   non si amalgamo in maniera efficace con quello che si vede sullo schermo; sembrano inserimenti posticci, pensati poco e anche male. È come se la forza universale di certe canzoni le renda preda troppo accessibile per chi, alla fine, resta pigro rispetto alla potenza della musica unita all’immagine.

Quest’anno Venezia 77, in pieno clima emergenziale, ha lasciato che la musica diventasse un orpello e poco di più.

(*) Jim Brown fu, negli anni ’50 e ’60 del XX secolo, un leggendario giocatore di football americano.

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Ammiratissima voce radiofonica di Rai Radio 1, John Vignola è anche autorevole esperto di musica. Ha collaborato per anni con riviste quali Rockerilla e Mucchio Selvaggio, oltre a occuparsi di rock e dintorni per diverse testate “generaliste”. Faticherebbe a vivere felice senza i Beatles.

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