moonage daydream

Moonage Daydream: un “sogno ad occhi aperti” per descrivere David Bowie.

Brett Morgen, documentarista statunitense, a sette anni di distanza dal suo ultimo lavoro, il docu-film dedicato a Kurt Cobain, torna a parlare di una star della musica e lo fa affrontando il compito difficile di descrivere l’icona assoluta del Novecento, una delle figure più complesse, profonde e contraddittorie: David Bowie; Moonage Daydream, titolo tratto da uno dei pezzi più celebri e amati dell’album simbolo The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, tenta l’impresa tutt’altro che facile, di fornirci un ritratto dell’artista il più possibile completo e sfaccettato.

L’origine del film

Per la sua lavorazione ci sono voluti cinque anni, godendo per la prima volta della piena autorizzazione della famiglia a servirsi dell’immenso archivio audiovisivo a disposizione. Per la verità una prima idea era nata dallo stesso Bowie, che ne parlò col regista nel 2006. Poi però non se ne fece più nulla: forse il sopraggiungere di una nuova avventura musicale, quel The Next Day che segnò il ritorno di Bowie alla musica, lo indusse a pensare che non fosse ancora il momento di tirare le somme. Dieci anni dopo, nel 2016, dopo la clamorosa scomparsa di Bowie a due giorni dalla pubblicazione di Blackstar, il momento arrivò. E Morgen ha lavorato alacremente, dedicando un lungo tempo alla lavorazione del film. Nel farlo, ha evitato alcuni possibili errori, primo fra tutti quello di fornire la classica narrazione cronologica della vita e delle opere dell’artista, di cui già mille altri documentari hanno parlato, chi più accuratamente, chi meno. In secondo luogo ha evitato di annoiare l’ascoltatore con la solita sequela di intervista a chitarristi, amici di infanzia, ex fidanzate e giornalisti di settore.

Moonage Daydream e il celebre Cracked Actor

In qualche modo si è ispirato a quello che ad oggi rimane il docu-film più affascinante su Bowie: Cracked Actor, diretto da Alan Yentob nel 1974. Morgen ha narrato Bowie per analogia, per temi, in maniera trasversale, non necessariamente cronologica, sebbene la sequenza biografica emerga comunque con una certa evidenza. La scelta vincente è stata quella di lasciare che a parlare di Bowie sia Bowie stesso, con la sua voce, tratta da decine di interviste nel corso di cinquant’anni di carriera, delle quali spesso si sente, appunto, solo la voce. E parla di tutto: della musica, dei primi anni 70 e della trasgressione come forma di espressione culturale e di rottura di tabù sociali; di arte, la sua arte, ma anche il suo approccio con l’arte; di successo; di politica; dei momenti bui e della sua rinascita interiore; del grande successo commerciale e di ciò che ha significato per lui. Con la sua voce gentile e la sua ironia ci parla della vita, della morte e di ciò che c’è nel mezzo. Senza voler essere didascalico, in modo sommesso.

Alcune perle di Moonage Daydream

Il tutto è accompagnato da frammenti di concerti, servizi fotografici, spezzoni di film cuciti insieme per analogia o contrasto a sottolineare le sue parole.

I fan più esperti riconosceranno molto di quel materiale, ma non potranno non rimanere ammirati davanti ad alcune straordinarie chicche, tra cui in primis una lunga sequenza tratta dal film del concerto all’Earl’s Court Arena di Londra nel 78, film diretto da David Hemmings e mai pubblicato. E poi spezzoni scartati di concerti e video celebri. Foto dei suoi momenti di relax, sequenze del suo viaggio in Asia e nell’estremo oriente nel 1983. E tanto tanto altro ancora in un caleidoscopio di suoni e visioni, forniti in altissima definizione. Il risultato è un viaggio affascinante nella mente, nella creatività, nei pensieri di un artista che, con la sua interdisciplinarietà, la sua curiosità di sperimentare e conoscere, le sue contraddizioni e la sua insaziabile voglia di vivere e scoprire è stato per davvero una delle personalità più significative del Novecento.

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Walter Bianco ha 53 anni, è nato a Torre del Greco e vive a Pomezia (RM), dove svolge la professione di avvocato. Da sempre appassionato di musica, è fondatore e amministratore del gruppo facebook "David Bowie Fans Italia", ad oggi il più numeroso tra quelli italiani dedicati all'artista. Ha svolto diverse conferenze-spettacolo su vari musicisti, e ha collaborato con alcuni webmagazine musicali. Ha recentemente pubblicato il suo primo romanzo per Altromondo Editore, "In questa vita, o in altre cento".

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