Arctic Monkeys Paris 1

Gli Arctic Monkeys in concerto a Parigi, 9 maggio 2023

Doppio appuntamento parigino per gli Arctic Monkeys al debutto della tournée europea ed inglese prevista in questa primavera 2023.  Gli inglesi sono reduci dalla pubblicazione di The Car, loro ultima fatica, data alle stampe lo scorso novembre. Li avevamo lasciati la scorsa estate con un concerto memorabile a Rock en Seine, durante il quale ci avevano regalato un assaggio del nuovo disco, con una I Ain’t Quite Where I Think I Am dal sound Seventies che ben lasciava sperare per il seguito.

Grande era quindi l’attesa per la prima delle due date nella capitale francese, andata sold out a poche ore dalla messa in vendita dei biglietti.

Aprono gli Inhaler

Al nostro arrivo, verso le 18.30 la sala è piena solo a metà come nella migliore tradizione parigina. Il pubblico si presenta con il contagocce e molti, soprattutto giovani e giovanissimi, si attardano agli stand o ai numerosi bar disposti nei corridoi che conducono alle gradinate. L’opening act è affidato agli irlandesi Inhaler, il cui frontman è Elijah Hewson, figlio del più famoso Paul, ovvero Bono degli U2. La band, che quest’anno ha aperto per Harry Stiles e Sam Fender oltre che per gli Arctic Monkeys, ha un suono decisamente pop che non riesce ad essere incisivo su disco e ancora meno live. Il loro set inizia alle 20 in punto e termina dopo circa 45 minuti, durante i quali sono presentati ben sei brani tratti dal loro recente Cuts & Bruises, fra cui una energica Love Will Get You There.

Poi gli Arctic Monkeys si prendono la scena

Arctic Monkeys Paris 2

Una pausa di 30 minuti per il consueto cambio di scena ci conduce fino alle 21.15 e finalmente Alex Turner e soci prendono possesso del palco.

Completo nero, camicia bianca: è elegantissimo Alex, visibilmente a suo agio nella capitale francese, quando apre le danze sulle note di Sculptures of Anything Goes, primo dei quattro pezzi tratti da The Car che saranno proposti nel corso dell’ora e mezza abbondanti di concerto, che coprirà sapientemente un po’ tutta la carriera della band.

Ce n’è quindi  per tutti i gusti, i nostalgici fan della prima ora, a cui sono riservati i grandi classici tratti da Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not (I Bet You Look Good On The Dancefloor è uno degli acclamati encore), e Favourite Worst Nightmare (che farà la parte del leone con ben quattro pezzi), come i fan recenti attirati dal sound più complesso e maturo delle ultime produzioni. Il pubblico nel complesso sembra apprezzare equamente la scaletta proposta e la serata è una festa collettiva alla quale tutti partecipano cantando e ballando brani vecchi e nuovi.

Il gran finale del concerto parigino

Fra i momenti più entusiasmanti non posso non citare una splendida interpretazione di The View from the Afternoon, Arabella e R U Mine, pezzi storici che si alternano a Four Out of Five da Tranquillity Base o alla più recente Big Ideas in una sorta di fil rouge che lega la band al suo pubblico. Eccellente la sequenza finale con una grande sfera specchiata che fa capolino al centro della sala: There’d Better Be a Mirrorball – Star Treatment – 505 – Body Paint. Difficile pensare a un finale più efficace. Tre i pezzi dell’encore: la cover  I Wanna be Yours, la citata I Bet You Look Good On The Dancefloor e una R U Mine esplosiva.

 

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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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