Bill Callahan - Reality

Bill Callahan e la sua YTI⅃AƎЯ fra sentimenti positivi e tensioni sottese

Quando, a inizio anni ’90, incideva ancora con il nome Smog Bill Callahan pareva un cugino spiritual-sonico di Will Oldham/Bonny Prince Billy/Palace: quietamente inquieto, lo-fi ma sostanzioso e disilluso senza metterla in tragedia (si ascolti il bellissimo Red Apple Falls del 1997). Il passare del tempo, la baritonalizzazione della voce e la scomparsa dello Smog (come ragione sociale) hanno a poco a poco condotto Callahan a un’elegante maniera musicale un po’ malinconica un po’ sardonica da Leonard Cohen di campagna, con ancora qualche nervo scoperto ma anche qualche passaggio un po’ stracco. Un paio d’anni fa Gold Record ci aveva confermato come il bel Bill – già turbinosamente fidanzato con le musiciste Cynthia Dall, Cat Power e Joanna Newsom – avesse trovato una sostanziale serenità nella sua arte, in ciò aiutato dal matrimonio con la fotografa Hanly Banks e da una bella residenza rurale.

Lo spunto iniziale di un disco post-pandemico

Il suo diciannovesimo album, come sempre pubblicato da Drag City, si chiama YTI⅃AƎЯ,  da qui in avanti per comodità Reality, ed è stato preceduto da una lunga comunicazione tra il visionario e il marxista involontario in cui l’autore  spiega come questo disco voglia suscitare, nella frammentata società post-Covid “amore e gentilezza” E così continua: “Volevo suoni e parole che potessero sostenervi e darvi emozioni. […] Ho voluto metterci i fiati perché i fiati sono araldi trionfali. E ho voluto metterci voci multiple”. Ma attenzione perché non tutto è positivo e viene messa in campo la necessità di “una rabbia migliore per uscire da questo furore dissociato che distrugge la comunità”.

Nell’insieme Reality tiene fede artisticamente a un tale spirito costruttivo al punto da risultare il miglior disco di Callahan da diversi anni a questa parte. Tuttavia, mentre le parti che regalano gentilezza talora si compiacciono troppo dei loro modi, quelle della rabbia ‘migliorista’ regalano sempre momenti di sorprendente, persino debordante,  potenza espressiva. D’altronde si sa che nel rock e suoi dintorni i buoni sentimenti di rado fanno musica emozionante. La marziale Bowevil spara un call-and-response che riporta al primo Nick Cave solista (il quale farebbe bene ad ascoltare), Partition increspa l’acqua su cui è riflesso il titolo dell’album, mentre Lily parte tranquilla per poi complicarsi le cose da sola.

Qual è la YTI⅃AƎЯ-REALITY descritta da Callahan?

È comprensibile che, date le ansie odierne, molti commentatori abbiano dato risalto soprattutto alle sorti positive evocate da Reality. Eppure l’album si conclude con una canzone come The Last One at The Party dove la musica è rassicurante mentre il testo forse adombra un suicidio: “Diceva sempre che doveva andare/ Noi pensavamo che non sarebbe mai partito”.

Dunque, si potrebbe ragionare ancora a lungo su Reality, lavoro  che si lascia assimilare a poco a poco e forse continuerà sempre a risultare cangiante nella sua ragion d’essere (titolo scritto al contrario incluso). Così come cangiante appare il nostro futuro.

Bill Callahan -YTI⅃AƎЯ
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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