Mac DeMarco – This Old Dog.
C’è qualcosa di inspiegabile nel successo, ormai quasi mainstream, di Mac DeMarco. Un bel contributo lo hanno dato le ormai famose performance dal vivo del cicciottello Mac che termina gli spettacoli in mutande e calzini e si brucia i peli delle cosce con un accendino. In tempi di divi bellocci e inutili un po’ d’ironia non guasta certamente. E chi l’ha visto di recente al Primavera Sound può affermare, citando Elvis, che “20.000 Mac DeMarco Can’t be Wrong”. Sì, c’era tutta quella gente ad ascoltarlo.
Il misterioso successo di Mac DeMarco
Resta però un problema: i dischi del musicista canadese (di origini italiane) indiscutibilmente non sono capolavori. Anche This Old Dog, terzo album, non fa eccezione. Una sequenza di languide ballate acustiche con qualche sciabordio di synth e comparsate di ritmi elettronici, senza nulla che lasci un segno deciso. Ma, a quanto pare, Mac DeMarco non è uno da segni decisi e nemmeno vuole esserlo.
Il cambiamento più rilevante rispetto ai precedenti Salad Days e Another One è la rilevanza assunta da certi toni crepuscolari che corrispondono anche ai momenti più belli del disco. Sister è un fuggevole ritratto di una donna in difficoltà e My Old Man racconta di come, anno dopo anno, si finisca per somigliare ai propri genitori. Quanto a Watching Him Fade Away (affine al primo Bon Iver) è un ultimo saluto, con qualche senso di colpa, a un padre a lungo assente. L’ironia del passato ha stavolta spazio limitato, mentre un tono da troppe canne aleggia in One More Song e Moonlight On The River. Sono storie d’amore in cui non succede molto. Anche perché l’energia è quella che è.
This Old Dog necessita di un “certo tipo” di partecipazione
Ecco, per apprezzare Mac DeMarco bisogna entrare in questa nuvola di fumo profumato. Bisogna lasciarsi andare e dimenticare per qualche minuto Instagram, la socializzazione in solitudine o le sciagure della giornata. E allora Mac ti fa stare bene e allora capisci cosa tanta gente trova in lui. Oltre ad aspettare di vederlo in mutande e calzini al prossimo concerto, ovviamente.
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