Recensione: Adele – 30

Adele celebra i 30 anni con un altro successo.

Adele continua la serie dei dischi marcati dai compleanni: e compiere 30 anni certamente non è cosa da poco. Più facile esordire con successo a 19 e bissare con 21, poi il rallentamento fino ai 25 e adesso il disco della maturità; si potrebbe leggere così il percorso della cantante inglese che ha rappresentato e confermato con l’uscita recente il suo status di pop-star assoluta della scena internazionale.

Una carriera da record

Nella sua carriera, Adele si è confrontata con generi molto diversi: dalla cover di Make You Feel My Love di Bob Dylan nel disco d’esordio al r’n’b che costella il secondo (con il successo di Rolling in the Deep), alla maggior presenza di ballate sul terzo che negli Stati Uniti si è attestato su oltre due milioni di copie dopo tre giorni di disponibilità, diventando l’album più venduto del XXI secolo e il più venduto del 2015. La voce di Adele certo contribuisce non poco ed è indiscutibilmente uno strumento raro, così come la simpatia del personaggio.

Matrimonio, divorzio, maternità, successo: ecco l’Adele di 30

Con 30 (Columbia / Melted Stone) passano cinque anni che però contano ben di più per Adele, che già dalla copertina ci mostra un’immagine nuova. Il divorzio è il tema centrale del disco, o meglio matrimonio e divorzio, dal momento che nel lustro scorso è passata per entrambi; ma in 30 ci sono anche altri temi importanti della sua vita, quali la maternità (My Little Love: uno dei momenti meno riusciti) e il successo, e come entrambi ti cambiano la vita.

 

Dal punto di vista musicale, però, i cambiamenti non sono poi molti. Ci sono produttori come Greg Kurstin, Max Martin e Shellback, che hanno tutti lavorato al suo precedente  25; mentre tra i nuovi spiccano Ludwig Göransson e soprattutto Inflo (ormai per molti la mente di Sault). Anche questo è un disco con molte ballate, intriso di gospel e r’n’b, il tutto rivisto in chiave pop. In Cry Your Heart Out c’è un ritmo reggae a variare un po’, Oh My God e Can I Get It sono pure abbastanza mosse e, poste al centro del disco, evitano che sembri troppo lento. Easy On Me, singolo di lancio, resta anche a reiterati ascolti il pezzo migliore di 30, con una bellissima interpretazione di Adele, ma chi la ama in questa veste sentimentale non sarà deluso nemmeno da To Be Loved o da Woman Like Me (bella anche questa). Il disco si chiude bene con la super nostalgica Love Is A Game.

Pop a 360 gradi

Difficile rimproverare una eccessiva pulizia della produzione a un disco dal quale ci si attende simili record di vendite. Rispetto ad altre star al femminile dei nostri giorni, magari più giovani come Billie Eilish, o peculiari come Lana Del Rey, Adele parla a un pubblico tradizionale, nonché di tutte le età, e il registro espressivo va di conseguenza; ma la qualità della performance le permette di risultare abbastanza gradevole anche a chi in genere non indulge nel pop mainstream. Anche questo è un talento non da poco.

Adele – 30
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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