Baxter Dury - I Thought I Was Better Than You recensione

I Thought I Was Better Than You è l’autobiografia in musica di Baxter Dury.

Qualche tempo fa l’autore di questa recensione provò a consigliare a un artista italiano di “buttar fuori” in forma di ciclo di canzoni il complesso rapporto con un padre famoso. Oggi la difficile operazione viene portata a termine da un altro personaggio con  padre assai conosciuto. Si tratta di Baxter Dury, progenie del pub/punk rocker e attore Ian (1942-2000), noto in tutto il mondo per  Sex & Drugs & Rock & Roll, ma responsabile di altri pezzi notevoli come Sweet Gene Vincent, Hit Me With Your Rhythm Stick e Reasons To Be Cheerful pt. 3.

Ian Dury - New Boots And Panties!!

Vita e arte di Baxter Dury

Sulla copertina del primo album di Ian con i Blockheads, New Boots And Panties!!, compare anche il piccolo Baxter con l’aria di uno che i suoi sei anni se li è già vissuti pericolosamente. E continuerà a farlo lungo un’infanzia e poi un’adolescenza in chiave “bohemian” agiato, disadattato, attratto da arte e droghe e accudito da un monumentale  ‘istitutore’ –  scelto da papà – che nel circuito della Londra dissipata era conosciuto come  “The Sulphate Strangler”.  Il suo primo album arriva nel 2003, ma occorrono altri 17 anni perché il nostro venga infine considerato per quel che vale come musicista a prescindere dal nome di famiglia (anche se ascoltando The Night Chancers si percepisce la presenza di un secondo padre spirituale, Serge Gainsbourg).

Temi e suoni di I Thought I Was Better Than You

Adesso arriva I Thought I Was Better Than You (Heavenly – PIAS) che può essere considerato l’estensione sonora di Chaise Longue, il volume autobiografico pubblicato nel 2021. Le prime parole sono emblematiche: “Ehi mamma, ehi papà, chi sono io?”. Quello che segue è un flusso di coscienza passato-presente, in molti casi piuttosto criptico, in cui emergono elementi come il  fastidio verso i nati ricchi e i quartieri “posh” e il ricordo di personaggi di un mondo sempre al limite: un compagno di college altrettanto in difficoltà con la normalità (Leon) e la temibile Tricksy, fidanzata dello Strangolatore al Solfato di cui sopra.

Se i testi catturano subito l’attenzione, altrettanto significativa è la lineare e imprevista (dati i temi) bellezza melodica del disco. Come in The Night Chancers Dury bofonchia più che cantare secondo una sua personale idea di hip-hop mutuata dall’ascolto di Kendrick Lamar e Frank Ocean (del quale diremo più avanti). A contrappuntarlo, o sarebbe meglio dire incalzarlo, provvede il continuum vocale a opera di Madeleine Hart , J Grrey ed Eska Mungwazii. Della fusione fra parlato maschile e cantato femminile si occupa il figlio e nipote d’arte Kosmo Dury, abilissimo con piano, tastiere e persino flauto. Ne viene fuori un album ‘concept’ essenziale dal punto di vista della strumentazione, eppure di commossa, disillusa, ironica intensità e con alcuni momenti che restano subito in mente quali So Much Money, Aylesbury Boy, Celebrate Me, Crowded Rooms e Shadow (ovvero metà disco, ma anche il resto del programma si difende bene).

Gli esiti ‘umani’ del disco

A proposito dell’ultimo titolo menzionato, vale la pena citare alcuni versi che sono fra i pochi davvero nitidi:  “Un paio di persone ti preferiscono in Francia/ Con occhi stanchi/ E finezze soniche/ Dicono che sei un Gainsbourg moderno/ Stonato e assurdo/ Ma nessuno dimenticherà che sei  figlio di un certo qualcuno/ Anche se tu vuoi essere come Frank Ocean/ Tu non riesci a sembrare lui / Tu sembri solo Ian”.

Dunque il “buttar fuori” di cui si diceva all’inizio ha prodotto esisti letterari e musicali assai felici, mentre a livello di autoterapia il problema del rapporto con il padre risulta irrisolto e, probabilmente, irrisolvibile. Ma averne parlato è già importante.

Baxter Dury - I Thought I Was Better Than You
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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