Baxter Dury - The Night ChancersHeavenly/ Le Label - 2020

The Night Chancers e la sofferta maturità di Baxter Dury.

Il primo pezzo di The Night Chancers, I’m Not Your Dog  spiega già molto. Ritmica euro-disco, violini languidi, voce che canta-recitando, anzi recita-cantando, e coro femminile che dialoga (in francese) con l’io narrante. Siamo dunque, piuttosto chiaramente, in un territorio esplorato per la prima volta anni fa da Serge Gainsbourg. Il secondo brano, Slumlord, fornisce altre indicazioni cartografiche: la voce strascicata e la cadenza londinese ci fanno ricordare che Baxter Dury aveva un papà di nome Ian, quello di Sex & Drugs & Rock & Roll, famosa persino in Italia.

I maestri di Baxter Dury

Altri nomi balenano man mano che si procede nell’ascolto, Samurai ha l’eleganza decadente dell’ultimo Leonard Cohen, ma ci potete sentire anche i Balthazar, Sleep People sfodera un tono vocale laconico alla Sleaford Mods, The Night Chancers è un quasi rap che fa sposare l’onnipresente Gainsbourg ai PNL.

Ciò detto, The Night Chancers si imprime comunque nella memoria come un disco di Baxter Dury. Si può anzi parlare del miglior disco di Baxter Dury, a cui sciacquare i panni nella Senna ha fatto molto bene. Vero, i referenti sono numerosi, ma anche ben amalgamati, per quanto il fumo delle Gitanes del maestro Serge diventi talora sin troppo spesso.

Maschile e femminile in The Night Chancers

The Night Chancers è un album notturno (fin dal titolo), urbano, sobriamente dissipato, gentilmente disilluso che non presenta, si direbbe volutamente, grandi variazioni di tono, ma mostra estrema attenzione ai dettagli. Il protagonista si propone come compagno di  chiacchiere e bevute lungo un itinerario tra locali più di malessere che di malaffare e tra storie ricche di cinismo e disillusione. È un disco molto maschile in cui, però, il femminino ha una presenza sempre pervasiva, a tratti incalzante. Nella già citata I’m Not Your Dog Baxter si lamenta: “Ti ho seguita dappertutto/ A certa gente piace mostrare/ A certa gente piace guardare/ Io guardo un po’ troppo/ Tu mostri un po’ troppo”. Tutto molto esistenzialista, se non fosse che le coriste  lo sistemano con un laconico “Non è un mio problema/ Non sono il tuo cane”.

 

Night Chancers e la fine della notte

Ovviamente in Night Chancers si parla di storie d’amore finite (“Carla ha un fidanzato/ Uno che porta pantaloni orrendi e gira con una macchina piccola” – Carla’s Got A Friend) e di sofferenze che non paiono destinate a durare a lungo. Solo alla fine arriva un momento davvero brutto: “Mi sdraio/ E lascio passare le macchine sul mio corpo senza vita/ Ogni ruota rappresenta il dolore/ Necessario per tutti noi”. Poi però torna il coro di ragazze che ripete come, un mantra lounge, “Baxter loves you” e si capisce che, con il buio, tutto ricomincerà. Anche solo riascoltando il disco.

Baxter Dury - The Night Chancers
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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