Belle and Sebastian - Late Developers

Belle and Sebastian e il loro strano modo di essere Late Developers

Buffo intitolare Late Developers (Matador Records) un disco che esce solo otto mesi dopo A Bit Of Previous ed è stato dunque sviluppato a gran velocità da brani registrati insieme a quelli del disco precedente. “Mmm, scarti”, pensa qualcuno, oppure “sarà un disastro di pop malriuscito” ipotizza qualcun altro ascoltando il singolo quasi-truzzo – un ossimoro per Belle and Sebastian – I Don’t Know What You See In Me, uscito proprio a ridosso dell’album.

I Belle and Sebastian indie e seri

A questo punto il recensore attempato si sente obbligato a rassicurare i suoi coetanei, quelli che si innamorarono dell’ensemble scozzese nel 1996-1997 con If You’re Feeling Sinister e i tre ep poi raccolti Lazy Line Painter Jane e che hanno faticato a digerire la progressiva svolta pop del nuovo secolo.  Dunque,  a noi tardoni Late Developers offre proprio in apertura Just Naked, che sfodera la classica, imbattibile formula malinconia più ritmo. Poi  When We Were Very Young, epos del quotidiano con tastierine poco epiche e ritratto di una mezza età disillusa: “You could not tell us then/ How much we wouldn’t care/ ‘Bout all the mindless trivia/ Now we’ve got kids and dystopia”. (È di certo un tema caro al leader della formazione, Stuart Murdoch, che a dispetto della sua aria sbarazzina di anni ne ha 54.) La successiva Will I Tell You A Secret ci fa scoprire che in Murdoch  c’è un menestrello Seventies alla Cat Stevens, da lui negli anni tenuto nascosto. E, sempre restando in quegli anni d’oro cantautoriali spunta pure un Al Stewart segreto – melodia ampia eppur sommessa – in When the Cynics Stare Back From The Wall, cantata a due voci con Tracyanne Campbell dei Camera Obscura, band scozzese nata a tempo con B&S ma vissuta con minori fortune. Insomma noi veterani bellesebastiani non ci possiamo lamentare.

 

… e i Belle and Sebastian pop e faceti

Parliamo ora dei momenti pop e, volendo, ‘commerciali’ dell’album ricordando innanzitutto che questi Belle And Sebastian più recenti hanno comunque una credibilità e un – più giovane – seguito specifico. Questo perché suonano freschi e vitali e, in ogni caso, non hanno svenduto il loro vecchio stile, il loro mondo teneramente disfunzionale, semmai lo hanno accostato, a volte integrando i due elementi, a un suono più facile e spettacolare – e pur sempre con  tracce di disfunzionalità – ricco di fiati e tante tastiere vintage e non.

Lo spiega il secondo brano della raccolta,  Give A Little Time, che introduce un elemento importante. Sarah Martin non è più  quella-che-canta-un-paio-di pezzi-in-attesa-che-ritorni-in-scena-Murdoch, ma sta assumendo il ruolo di coprotagonista vocale. Non a caso il pezzo che potrebbe essere un secondo singolo, la roboante e quasi disco  When You’re Not With Me, è di nuovo affidato alla sua voce. E all’incirca lo stesso discorso si potrebbe fare per la più malinconica Do You Follow, in duetto con Stuart.

I presunti guai di Late Developers

A questo punto dovrebbero cominciare i problemi, legati soprattutto a due pezzi. La title track ha un andamento latino che un recensore ha accostato al Carlos Vives del disneyano tema conduttore di Incanto, ma che in realtà fa pensare ai tramonti con caipiriña e nostalgia di Jimmy Buffett.

Più sopra si è parlato del ‘disastro’ intitolato I Don’t Know What You See In Me, scritta con il giovane autore  Pete Ferguson, in arte Wuh Oh. Anche  questa riporta agli anni ’90, ma non dei B&S, piuttosto quelli di Pet Shop Boys o Bronski Beat. Il ritornello è quasi infantile e i synth sono sopra le righe e forse sopra il grado di sopportazione di molti estimatori.  Eppure, già al secondo ascolto la percezione cambia, viene da pensare che la canzone è adorabilmente frivola e comunque  un po’ stranita. Dunque, persino in questo caso ‘estremo’ fra i Belle and Sebastian seri e quelli faceti non c’è poi tutta questa differenza. Anche per la capacità di non prendersi mai del tutto sul serio e di risultare sempre freschi e, a loro modo,  positivi.

Ultimo pensiero: non sono davvero tanti i gruppi che dopo una carriera ormai trentennale ispirano tutte queste  considerazioni sulla loro musica. Un merito non da poco.

Belle and Sebastian - Late Developers
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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