Recensione: Big Red Machine - How Long Do You Think It's Gonna Last?

Il supergruppo Big Red Machine alla seconda prova: How Long Do You Think It’s Gonna Last?

Un cast stellare è protagonista dell’atteso secondo album dei Big Red Machine. Progetto musicale nato nel 2018 dalla collaborazione fra Justin Vernon (Bon Iver) e Aaron Dessner dei National, si era fatto aprezzare con l’omonimo album di debutto, un lavoro originale e sperimentale, fortemente influenzato dalle sonorità complesse e articolate che popolano l’universo più recente di Bon Iver.

Recensione: Big Red Machine - How Long Do You Think It's Gonna Last?
Jagjaguwar – 2021

How Long Do You Think It’s Gonna Last? si inserisce nel medesimo solco, ma le venature elettroniche elaborate dell’opera prima lasciano qui spazio a quindici brani dall’andamento folk e delicato che vedono Dessner e Vernon di volta in volta accompagnati dalle voci dei celebri amici cooptati per l’occasione.

Numerosi gli ospiti

È la stella dell’indie folk Anais Mitchell, presente su ben tre pezzi, ad aprire le danze. Latter Days, brano delicato e malinconico, sublimato dal dialogo fra Anais e Justin Vernon ha come tema la nostalgia dei giorni pre-pandemia, e il panico dei primi tempi: “Per quanto tempo?” È quello che hai chiesto / “Quanto pensi che durerà?” / Tu al negozio all’angolo /Stavi facendo scorta prima della tempesta”, canta la Mitchell nelle primissime strofe, scandite da una melodia tanto semplice quanto evocativa. La ritroviamo in Phoenix, brano meno intenso ma non meno gradevole, che vede anche la presenza dei Fleet Foxes, e in chiusura nella magnifica New Auburn, ballata malinconica che chiude maestosamente l’album.

C’è anche Taylor Swift

Taylor Swift, da qualche tempo protégée di Bon Inver e Dessner, è la protagonista di due dei pezzi più belli e interessanti dell’album, a riprova della positiva influenza che vicendevolmente i tre esercitano l’uno sull’altro. La troviamo in Birch, folk venato da sofisticate sfumature jazzate, nel quale la voce di Taylor fa da contrappunto al cantato di Vernon, ma, soprattutto in Renegade, che, all’inverso, la vede protagonista assoluta, con la voce di Vernon impegnato nel controcanto.

 

Vuoi davvero parlare di tempismo in tempi come questi? / E lasciare che tutti i tuoi danni mi danneggino/ E portare il tuo bagaglio sulla mia strada / E fare di me la tua storia futura, è ora /Hai fatto molta strada; apri le tende, fammi vedere la tua faccia / Non saresti il primo traditore ad aver bisogno di qualcuno / È da insensibili che io dica: “Raccogli le tue porcherie in modo che io possa amarti?” /È davvero la tua ansia che ti impedisce di darmi tutto? / O semplicemente non vuoi?”, canta Taylor in un pezzo che narra una storia d’amore e tradimento.

Big Red Machine – How Long Do You Think It’s Gonna Last?: i momenti migliori

Non è il solo pezzo forte dell’album. Non meno belle e intense sono Hutch, canzone scritta da Aaron per celebrare l’amico Scott Hutchison dei Frightened Rabbit, scomparso prematuramente e tragicamente, sublimata dalla presenza di Sharon Van Etten e Lisa Hannigan, impegnate con le loro inconfondibili voci nei cori, e June’s River, nella quale fanno capolino il redivivo Ben Howard, e This is the Kit. Completano il cast stellare Ilsey e Naeem. La prima compare in Mimi, brano classicamente folk, dalla trama complessa e sofisticata, che vede il Big Thief James Krivchenia alla batteria impegnato in un serrato dialogo con la chitarra di Vernon. Naeem collabora invece alla movimentata Sabotage, probabilmente uno dei pezzi più insoliti e sperimentali dell’album.

Da segnalare, infine, l’esordio vocale di Aaron Dessner in Brycie, brano dedicato al gemello in una commovente prova di amore fraterno. Un altro disco bello e riuscito per questo collettivo del quale si spera di poter presto recuperare un live.

Big Red Machine - How Long Do You Think It's Gonna Last?
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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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