Suddenly: improvvisamente nel 2020 arriva un disco che lascia un segno.
Suddenly è il nono album del poliedrico musicista canadese Daniel Victor Snaith aka Caribou. Classe 1978, Snaith debutta nel 2001 col nome di Manitoba, nel 2005 come Caribou e nel 2013 come Daphini. Tutti e tre i personaggi convivono a seconda del progetto in questione. Stiamo parlando di un artista che sta facendo della versatilità il suo marchio di fabbrica di nome e di fatto. Quest’anno ci occupiamo di Caribou. L’abbiamo lasciato nel 2014 con un buon disco, Our Love. Ora torna con un lavoro ancora migliore.
Caribou – Suddenly: una meravigliosa incoerenza
Chi sa fare il proprio mestiere non ha problemi con la coerenza, come le persone con un cervello funzionante peraltro. Quindi è proprio all’insegna di una perfetta disomogeneità che ci si avvicina all’ascolto di Suddenly e ci si lascia accompagnare ovunque sicuri di essere sempre in buone mani. Il disco spazia dall’hip-hop all’elettronica, dalla dance all’easy listening e quando alla fine ci ha confusi per bene non ci resta altro da fare se non riascoltare il tutto sperando di riprenderne le fila.
Le nuove canzoni
Suddenly parte delicatamente con Sister. Una ballata dedicata alla sorella di Snaith nella miglior tradizione di piano più voce senza voler stupire. Si prosegue con You And I, altro pezzo familiare nella forma dance radiofonica e anche qui nulla di particolarmente accattivante.
Il bello inizia con Sunny’s Time e New Jade, dove tra dissonanze pianistiche e soluzioni hip-hop il risultato è ottimo. I dodici nuovi brani sarebbero da citare tutti perché ognuno ha una propria peculiarità. Ci limitiamo a segnalare i momenti migliori collocati nella parte centrale. Home, Lime e Never Come Back riprendono la dance alla maniera di Caribou che è ormai una garanzia. Ci fermiamo qui per lasciare il resto alla sorpresa di chi sicuramente ascolterà e apprezzerà.
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