Un terzo episodio non facile per Christine and the Queens: Redcar Les Adorables Etoiles
Redcar Les Adorables Étoiles (Beacuse Music) è il terzo LP per Christine and the Queens, ma soprattutto è quello che segue lo straordinario successo di Chris, il disco che ha lanciato Héloïse Letissier nello stardom internazionale. Nel mezzo c’è stato l’EP La Vita Nuova, pessima parentesi con molte velleità ma senza alcuna direzione, e dunque l’attesa non era poca. Il disco è stato registrato in poche settimane a Los Angeles con il celebre produttore hip-hop e pop Mike Dean (Travis Scott, Jay-Z, Beyoncé, Drake, Madonna, Lana Del Rey, The Weeknd nel suo curriculum) ed è cantato prevalentemente in francese, rinunciando (almeno per il momento) alla versione inglese che aveva accompagnato Chris e (per fortuna!) al plurilinguismo di La Vita Nuova.
Redcar
Letissier ha adottato il personaggio di Redcar per il nuovo progetto, a quanto pare ispirata dal gran numero di auto rosse viste a Los Angeles. In seguito alla morte della madre nel 2019, l’ha interpretato come un segno scaramantico – non chiedetemi il perché. Nel frattempo fa sapere della transizione al pronome “lui”, non sappiamo se per Letissier o per il personaggio Redcar, peraltro transizione già annunciata da Chris (che forse però era “loro”). Poi c’è la musica, e purtroppo la transizione che porta da Chris a Redcar Les Adorables Etoiles non ci pare particolarmente felice per Christine and the Queens.
Un disco pop anni 80
Il disco in realtà si apre bene con Ma Bien Aimée Bye Bye, uptempo con melodia chiara. Ci sono già tutti i riferimenti di Redcar Les Adorables Etoiles, ossia il synth-pop anni 80 e gli arrangiamenti electro prediletti da Christine and the Queens. Tutto il disco va nella medesima direzione, con qualche eccezione, per esempio l’r’n’b di My Birdman. Il singolo di maggior spicco, La Chanson du Chevalier, mette in evidenza il difetto principale di Redcar, ossia la mancanza di ispirazione compositiva che informa pressoché l’intero disco, nel quale si fa fatica a ricordare una singola traccia, e non certo per la difficoltà, dal momento che l’ispirazione generale è così retro.
Redcar Les Adorables Etoiles fa l’effetto di alcune performance-installazioni-opere di arte contemporanea: impieghi più a leggere il significato che a vedere l’opera in sé, soprattutto quando si spendono tante parole per una cosa che, alla fine, ti pare abbastanza sempliciotta e fine a sé stessa. Ecco, tristemente, questa è l’impressione dinanzi al disco di Letissier. Si vorrebbero meno significati esoterici e più pop, meno personaggi e più canzoni.
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