CousteauX - Stray DogsSilent X - 2021

I ‘nuovi’ CousteauX al secondo disco: Stray Dogs.

CousteauX - Stray Dogs
Silent X – 2021

Sono passati già quattro anni – anche se il lungo periodo pandemico ha sicuramente contribuito ad alterare la nostra percezione del tempo – da quando i CousteauX sono tornati sulla scena con il nuovo nome e il disco omonimo. Adesso esce finalmente questo Stray Dogs, la cui ideazione e lavorazione sembra siano cominciate quasi subito dopo la pubblicazione del precedente. Probabilmente anche in questo caso le vicende di questo ultimo anno e mezzo non sono state estranee alla lunghezza della gestazione.

Lounge pop di classe

Stray Dogs non si discosta molto da quella che ormai da anni è la cifra stilistica dei Cousteau prima e dei CousteauX poi: un lounge pop di gran classe con arrangiamenti sempre molto curati e raffinati sia nelle parti musicali sia in quelle vocali, con particolare attenzione ai controcanti. Stavolta però, pur rimanendo all’interno di queste coordinate, sembra di notare accenti diversi, nonché diversificati all’interno del disco. Aleggia in molti pezzi un’atmosfera che richiama molto da vicino la grande tradizione dell’american songbook, del miglior easy listening americano, Bacharach su tutti. Proprio con questi toni si presenta il brano d’esordio, Cheap Perfume, anche se l’accentuazione dei bassi gli dà una colorazione più lounge. A dichiarare la ‘varietà’ del disco – pur all’interno di una ‘unitarietà’ di fondo – provvede subito dopo Love The Sinner, dove l’aria si fa più cupa per merito sia del testo sia della voce di Liam McKahey, che assume toni quasi alla Scott Walker, anche se poi stemperata da un assolo di sax.

Due cover per i CousteauX di Stray Dogs

Col pezzo successivo – Karen Don’t Be Sad, cover dell’omonimo brano di Miley Cyrus – si vira decisamente sul pop e tornano anche nell’arrangiamento gli accenti alla Bacharach. Il disco contiene anche un altro omaggio, la bellissima So Long Marianne di Leonard Cohen, che non sfigura affatto nel confronto con l’originale; molto rispettosa anche nella sobrietà dell’arrangiamento, caratterizzato da un saltellante banjo in costante sottofondo e con un McKahey per niente ‘gigione’. Con When The Bloom Left The Rose – preceduta da una ouverture strumentale con toni a tratti da musica sacra barocca – ritorna un po’ di cupezza alla Nick Cave, con la voce di Liam che assume accenti quasi a metà strada tra Scott Walker e il David Bowie del periodo berlinese. Qui l’influenza di Bacharach è sommessamente suggerita, come in molti altri brani, dagli interventi del flicorno di Davey Ray Moor.

https://youtu.be/4gnxdreoxaA

 

Praying For Raw è sicuramente il pezzo più ‘rock’ per attitudine, sostenuta da un arrangiamento adeguato. This Thing Won’t Fly è forse il brano che più di tutti incarna la cifra musicale dei CousteauX, pur se anche qui il nuovo corso bacharachiano non manca di farsi sentire. Con Hush Money torna un po’ di cupezza nei toni e nell’arrangiamento, nonché nella voce e negli accenti recitativi, sostenuta anche da una forte presenza delle percussioni con la grancassa che la fa da padrone. Il disco si chiude con In The Meantime e con una virata, anche e soprattutto nella voce, sul Bowie più melodico. Quanto al titolo, sembra stare a metà tra il richiamare un vecchio film di Sam Peckinpah e l’alludere a certi falsi dèi odierni. In conclusione, chi ha amato i Cousteau – o CousteauX che dir si voglia – continuerà certo a farlo dopo Stray Dogs; per chi li conoscesse poco o affatto, un ottimo modo di cominciare a farlo.

CousteauX - Stray Dogs
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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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