Recensione: DJ Shadow – Our Pathetic AgeMass Appeal - 2019

Joshua Paul Davis aka DJ Shadow: da Endtroducing…. a Our Pathetic Age.

Recensione: DJ Shadow – Our Pathetic Age
Mass Appeal – 2019

Nell’ormai lontanissimo 1996 l’esordio di DJ Shadow, Endtroducing….., aveva fatto scalpore ed è considerato pioneristico nell’hip-hop strumentale. Joshua Paul Davis introduceva un lavoro certosino sui samples e i vinili partendo da un’immensa conoscenza della produzione musicale dell’elettronica e della black music, lasciando una lezione per i posteri. Nessuno dei suoi dischi successivi ha lasciato la stessa impronta, ma fra produzioni a suo nome e per altri DJ Shadow è rimasto rilevante: ed eccoci quindi a parlare del suo nuovo Our Pathetic Age.

Gli strumentali di Our Pathetic Age

Our Pathetic Age è diviso in due sezioni. Una prima completamente strumentale che conta undici tracce, una seconda con ospiti di peso. Lo stile di DJ Shadow non è caldo o imparentato al soul: le basi Our Pathetic Age lo mostrano molto bene. È l’elettronica a ispirare il nostro: la musica che risulta è spesso oscura e sperimentale. Non siamo in territori lontanissimi da quelli oggi praticati da JPEGMAFIA,  per fare un nome fra gli emergenti. Quando non è fratturata all’estremo, come in If I Died Today, resta notturna.

DJ Shadow recluta i rapper della sua generazione per Our Pathetic Age

Il discorso cambia dove deve fare spazio agli ospiti, ma solo parzialmente: le canzoni hanno maggiore struttura, ma non sono poi particolarmente melodiche. DJ Shadow preferisce nomi della sua generazione: Nas e Pharoahe Monch attaccano sulla politica Drone Warfare, forse troppo ‘antica’ con il suo rock-rap, però i samples sono meglio. Pesante anche il suono di Rain on Snow, offerta a Inspectah Deck, Ghostface Killah e Raekwon del Wu-Tang Clan.

 

I De La Soul sono i più old-school di tutti con Rocket Fuel, che sarebbe stata retrò già all’epoca di Endtroducing…..

Ma c’è spazio anche per altro…

I momenti migliori sono concentrati verso il centro: l’inedita coppia formata da Wiki e Paul Banks degli Interpol nell’ottima Small Colleges (Stay With Me) alterna il rap maligno del primo e il canto del secondo. Non tradiscono nemmeno i Run The Jewels ai quali con Kings & Queens DJ Shadow offre una base meno ostica del solito. Belle anche Taxin interpretata da Dave East e C.O.N.F.O.R.M. con i meno noti Gift of Gab, Lateef the Truthspeaker and Infamous Taz.  Alla fine Our Pathetic Age mostra che DJ Shadow non è invecchiato male. La sua lezione nell’hip-hop  contemporaneo non è stata dimenticata, e nonostante alcuni alti e bassi (ovvi sugli eccessivi 91 minuti complessivi) il disco tiene abbastanza il passo con i tempi, senza dimenticare di strizzare l’occhio ai fans del rap del passato.

DJ Shadow – Our Pathetic Age
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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