This Machine Still Kills Fascists: i Dropkick Murphys aggiornano Woody Guthrie

Le canzoni di Woody Guthrie sono ormai parte integrante del  grande canzoniere americano, sia nelle esecuzioni  dell’autore che nelle numerosissime versioni di altri artisti. Inoltre, è inutile dirlo, il cantautore e agitatore politico dell’Oklahoma ha influenzato molti grandi artisti, la cui fama ha superato quella dello stesso Guthrie. I nomi li sappiamo: Dylan, Springsteen, Billy Bragg, Joe Strummer, da noi la Gang, assieme a  molti altri.

Un aspetto aggiuntivo, più recente, è quello dei testi ritrovati dalla famiglia. In più occasioni la figlia Nora ha concesso (in realtà quasi sponsorizzato) l’uso delle composizioni paterne a diversi artisti. Proprio Billy Bragg, assieme ai Wilco di Jeff Tweedy e del compianto Max Bennett,  ha prodotto due dischi notevolissimi utilizzando il materiale inedito. Questi brani sono raccolti nei due volumi dal titolo Mermaid Avenue (poi ampliati in un’unica uscita tripla). Va poi ricordato anche il bellissimo Wonder Wheel, episodica incursione nel canone folk dei Klezmatics, gruppo newyorchese che svaria tra klezmer e jazz.

I testi di Woody Guthrie e il folk-rock vigoroso dei Murphys

Finito il cappello introduttivo, possiamo passare al nuovo disco dei Dropkick Murphys, ultimi arrivati in questa sempre  stimolante operazione di adattamento. Il gruppo ha musicato una decina di testi, rinunciando solo in parte al retaggio celtico generalmente associato alla band (stile che riemerge in Never Git Drunk No More). In This Machine Still Kills Fascists (Dummy Luck Music / [PIAS]), tra chicka-boom nello stile di Johnny Cash e combat-rock alla Joe Strummer, prevale infatti un potente folk-rock contemporaneo. L’irruenza vocale dei pub rockers di Boston non disturba, anzi attualizza temi che sono vecchi di 60 o più anni, ma contengono rivendicazioni ancora pungenti ed attuali. Forse la musica del gruppo non è il migliore contenitore per queste preziose pagine (sia Bragg/Wilco che i Klezmatics hanno fatto meglio), ma è di certo il mezzo più diretto e chiaramente politico. Nella conclusiva Dig A Hole, una canzone contro la guerra, i Dropkick duettano addirittura con Guthrie stesso (un trucco tecnologico che andrebbe fortemente sconsigliato). Potranno veramente, queste chitarre, sbaragliare certi rigurgiti?  Difficile dirlo, però fa bene leggere un titolo così schierato, in questi giorni così amari e deludenti.

Dropkick Murphys - This Machine Still Kills Fascists
7,2 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.