Ed Sheeran - Autumn Variations

Le Autumn Variations di Ed Sheeran: anche le celebrità soffrono.

Come si fa ad ascoltare un intero album al giorno d’oggi? E che senso ha recensirlo? M’è ritornato un leggero prurito di farlo in seguito all’ascolto del nuovo disco dei Rolling Stones, così deludente. A parte i due primi singoli, molto godibili, cos’hanno ancora da raccontarci, mi sono chiesto? Perché non si limitano a due canzoni? Lo dico da fan sfegatato.
Così, dopo l’esperienza soporifera con gli Stones, ieri sera ero ancora in vena di musica mainstream. Sono andato su Spotify per ascoltarmi Autumn Variations di Ed Sheeran, un doppio album uscito a fine settembre privo di singoli e videoclip. Già questa sembra una scelta coraggiosa. Ciascuna canzone viene presentata sia nella versione in studio che dal vivo nel senso che la seconda versione è dal vivo perché suonata nel salotto della casa di qualche amico o parente. La prospettiva di sorbirmi 14 canzoni per due volte di seguito non mi lusingava. Temevo l’effetto Gianluca Grignani o Prince, cioè la pretesa di un artista dal discreto talento (Grignani) o dotato di puro genio assoluto (Prince) di costringerti all’ascolto di qualsiasi cosa gli passi per la mente, senza nessuno che a volte abbia il coraggio di spiegargli che deve darci un taglio e non esagerare.
Ma non è andata così. Un po’ sì, ma non proprio.

Il momento difficile di Ed Sheeran raccontato nelle canzoni di Autumn Variations

Sembra evidente che Ed Sheeran non stia attraversando un periodo spensierato dal punto di vista dell’ispirazione (“I wanna just create things / But the longer it takes, I feel drained”). Ritornano i soliti temi a lui cari delle vecchie amicizie, delle feste che alla fine lo deludono. ma sono la scusa per sgattaiolare con una qualche ragazza con cui gli capita di stabilire un contatto, dello struggimento che prova per la sua Inghilterra (“England”). Da lui ci si aspetterebbe qualcosa di più. Ha un talento che sottovalutare sarebbe offensivo. Tra me e me, a costo di cadere nel ridicolo, l’ho definito lo Stevie Wonder bianco. Basta guardarlo dal vivo e ammettere che ben pochi sono in grado di far ballare uno stadio intero armati soltanto di una chitarra e una pedaliera. Adesso però la sua vicenda personale sembra essere alle prese con una dolorosa separazione. I suoi testi cercano addirittura di rincorrere quelli molto più sublimi di Leonard Cohen, invitando la luce a passare attraverso le crepe della vita, o nei suoi vani tentativi di lottare – da ubriaco – contro la tentazione della bottiglia.
Ma quel che è interessante è che sta ancora soffrendo per cercare qualcosa da dire e la ricerca stessa diventa il messaggio. Mi fa tornare la voglia di recensire e di orecchiare musica leggera in barba o proprio a causa della pesantezza delle vicende mondiali che sono sotto gli occhi di tutti. Colgo lo spaesamento nei suoi testi (“I caught a sickness and they don’t know the name of it”; “I’m stuck on the page”; “I’m in a bit of a mess here”; “And it’s just me, now, and all my demons”), colgo la sua volontà di diventare un artista adulto a costo di perdere parte del suo pubblico.

Ed Sheeran si piange troppo addosso?

Strano come i giovani cerchino di diventare adulti, e gli anziani come gli Stones cerchino di dare l’apparenza d’una ventata di aria fresca. Sia chiaro, io tuttora sogno di essere Mick Jagger benché lui abbia 80 anni e di suonare la chitarra come Keith Richards benché io non sappia suonare. Ma non sento più in loro l’urgenza di comunicare e il sano coraggio di sbagliare che invece ho avvertito in Autumn Variations di Ed Sheeran. Forse, se l’album ha un difetto, è che il cantante si lamenta un po’ troppo spesso. Il fatto che nessuno venga a celebrare il compleanno a casa sua francamente non merita di essere ricordato in una canzone.
P.S. Ad un secondo ascolto di Hackney Diamonds c’è qualche altro momento che salverei…

Ed Sheeran -Autumn Variations
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Trevigiano di nascita e romano di adozione. Nel maggio 2016 ha pubblicato “Ballando con Mr D.” sulla figura di Bob Dylan, nel maggio 2018 “Da Omero al Rock”, e nel novembre 2019 “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”.

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