Fever Ray – Radical Romantics

La produzione solista di Karin Dreijer / Fever Ray arriva alla maturità con Radical Romantics.

Album al contempo sobrio e complesso, Radical Romantics (PIAS) è la terza prova in studio di Fever Ray, al secolo Karin Dreijer, l’altra metà degli svedesi The Knife. Sono dieci le tracce riunite in Radical Romantics: 45 minuti dedicati all’amore e alla passione queer, sullo sfondo di un pop elettronico intrigante e ipnotico, sebbene semplificato rispetto alle sperimentazioni a tratti ardite di Plunge, il precedente lavoro di Drejier.

I momenti migliori del disco

È una percezione comunemente errata/ Questa non è una band, canta Karin nella traccia che apre il disco, la cupa What They Call Us, che subito contribuisce a fare chiarezza sul tenore di quanto ci stiamo apprestando ad ascoltare. Karin ha da tempo adottato un pronome plurale e si definisce gender fluid: il testo, sullo sfondo di una trama musicale dal ritmo ossessivo, ci guida nell’universo sensuale e magnetico della svedese. Universo ancora meglio delineato in Shiver, la seconda traccia, sottilmente ed esplicitamente erotica. Voglio solo essere toccata/ Voglio solo sentire i brividi recita la prima strofa.

Non meno esplicita Kandy, uno dei brani più interessanti dell’album, anche e soprattutto a livello musicale; evidente la rievocazione delle sonorità dei Knife, band madre fondata dai fratelli Dreijer, anche alla luce della partecipazione del fratello di Karen, Olof, in fase di composizione e produzione.

Con Radical Romantics Fever Ray pareggia i conti

Even It Out, brano che vede la partecipazione di Atticus Ross e Trent Reznor è  invece dedicato alle  difficili esperienze genitoriali sperimentate da Dreijer. Questo è per Zacharias/ che ha fatto il bullo con mio figlio al liceo/ Non c’è posto per te E sappiamo dove vivi/ Un giorno potremmo venire a cercarti/Riprendendoci ciò che è nostro (Nostro) canta Karin senza troppi mezzi termini.

Forse il brano più interessante dell’album, Carbon Dioxide è una lunga cavalcata nei meandri di un repentino innamoramento le cui fasi sono scandite da non meno repentini cambiamenti di ritmo e accelerazioni a sottolineare gli intenibili moti del cuore.

Una conclusione cupa

L’album si chiude con una scia cupa e poche luci. Il trittico che ci guida all’epilogo si apre con North, cui seguono Tapping Fingers,  per stessa ammissione di Karin “la canzone più triste mai composta”, dedicata alla dissoluzione di un amore, brano scandito dalle note taglienti e fredde dei sintetizzatori, e la sussurrata Bottom of the Ocean, un dialogo improbabile fra voce e synths originariamente scritto per una produzione teatrale tratta da un testo di Ingmar Bergman e che ci pare il perfetto commiato per un lavoro a tratti eccellente.

Fever Ray – Radical Romantics
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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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