Hanni El Khatib al quinto disco con FLIGHT.

Strana carriera quella di Hanni El Khatib che con FLIGHT arriva al quinto LP. Il musicista americano attivo in questo ultimo decennio è sembrato più volte sul punto di spiccare il volo, grazie all’associazione con il frontman dei Black Keys, Dan Auerbach, incontrato per caso nel 2012 in un bar di Parigi durante un DJ set condiviso, che lo ospitò nei suoi studi di registrazione a Nashville per realizzare il secondo album, Head In The Dirt. Oppure perché la sua musica è apparsa in diverse pubblicità, che spesso sono propulsive verso il successo, o è stata usata come colonna sonora di serie televisive.
Un disco carino
Forse non sarà FLIGHT a dare la spinta propulsiva definitiva ad Hanni El Khatib, che però mette da parte le tentazioni garage-rock un po’ dozzinali del passato e propone un bel dischetto estivo e spensierato, che non rifugge a leggeri tocchi hip-hop, pur restando in ambito pop-rock. Sintetica e pimpante esordisce CARRY (i brani come il titolo del disco sono tutti stilizzati con le maiuscole) dalla ritmica kraut che poi improvvisamente lascia spazio alle atmosfere sognanti di GLASSY.
ALIVE è un bel singolo, di quelli da ascoltare in auto a finestrini abbassati. Mentre DUMB è stupidamente psichedelica e HOW potrebbe stare su un disco dei Tame Impala o dei MGMT.
Hanni El Khatib piacevolmente leggero su FLIGHT
La strumentale GEM è un altro momento proprio carino, ma nel complesso tutto FLIGHT scorre bene, forse non particolarmente consistente, ma ricco di suoni ed atmosfere. Dà l’impressione che Hanni El Khatib si sia divertito a realizzarlo e noi ad ascoltarlo. Non è difficile immaginare una di queste canzoni a fare da sfondo a qualche nuovo commercial, o magari semplicemente a un’estate rilassante.
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