Lo spumeggiante ritorno degli MGMT, fra rock e psichedelia.
Sono trascorsi 10 anni dall’ esordio degli MGMT con l’album Oracular Spectacular, acclamato da pubblico e critica. Ad esso avevano fatto seguito Congratulations e l’album omonimo MGMT, che aveva in parte deluso i fan, nonostante la presenza di brani di tutto rispetto come Alien Days, che, soprattutto live, riesce sempre a risultare coinvolgente.
A ragione, quindi, il nuovo Little Dark Age era particolarmente atteso, se non altro per riuscire a capire quale direzione artistica avrebbe preso la band capitanata dal duo VanWyngarden e Goldwasser.
Little Dark Age, title track, è anche il primo singolo estratto dall’album. Pubblicato a fine novembre e accompagnato da un video dalle atmosfere gotico-psichedeliche, e ricco di citazioni balthusiane, è un brano di sicuro impatto e un eccellente biglietto da visita.
Abbiamo avuto modo di vedere gli MGMT live alla Cigale a inizio febbraio, qualche giorno in anticipo rispetto alla pubblicazione dell’album. Molte le tracce che avevamo quindi apprezzato in anteprima.
Iperrealismo, psichedelia e sonorità eighties
Dieci brani, 44 minuti. Little Dark Age è un interessante mélange di sfumature gotiche, iperrealismo, psichedelia e pop anni 80. Il tutto già dall’iniziale She Works Out Too Much, surreale dialogo incentrato sul fitness.
Bella e di notevole impatto la sequenza Little Dark Age, When You Die e Me And Michael. Gothic Pop divertente e sonorità assieme elaborate e gradevoli, per tre brani che entrano a buon diritto fra i classici della band.
I testi di Little Dark Age
Se i testi, nella loro semplicità, non sono al solito fra i punti forti della band, One Thing Left To Try si segnala, invece, per la sua complessità e un’inconsueta profondità. “One thing left to try/See if you can make it/Before you choose the night/And the silence overtakes you/If you looked into the fire/And you had that conversation/Then there’s one thing left to try/If you want to save your life” canta VanWingarden in strofe che lasciano intendere una vicenda di grave disagio psicologico.
Fra le tracce più interessanti e insolite nell’economia dell’album c’è When You’re Small, ballata dalle atmosfere beatlesiane e dal testo a tratti ossessivo.
Nel complesso un lavoro riuscito per il duo di Brooklyn. Album lieve e complesso allo stesso tempo, capace di coinvolgere e divertire chi lo ascolta.
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