Iggy Pop - Every Loser

Le anticipazioni di Iggy Pop introducono Every Loser.

Ma quando sarebbe facile iniziare con “il ritorno dell’Iguana” ma io che, invece, cerco di essere originale da anni, direi più “Bignamino di tutto un pop”… Furbissimo come pochi altri (e della sua leva son rimasti davvero pochissimi) ha solleticato le aspettative del suo pubblico con Frenzy qualche tempo fa, un bel compendio di incazzatura vestita a Saville Road nel senso che, nella sua foga pseudo iconoclasta, il brano non ha una sbavatura che sia una ma il cartamodello rimane quello del brand Stooges.

Poi abbiamo avuto l’anticipazione di Johnny Strung Out e già qui qualche nasetto si è storto, una via di mezzo tra il periodo Brick By Brick (album a cui questo Every Loser deve assai) e quell’incidente di Blah Blah Blah, insomma i prodromi per aspettarsi un album non proprio coeso già cominciavano a manifestarsi.

Il casting

Ormai sembra di assistere a quelle pellicole che vantano supercast ma in cui la storia latita, le emozioni pure, ma si guardano per vedere, anche al proprio peggio, grandi nomi e chiedersi come mai siano finiti lì se non per pecunia. Devo citarli? Nah, li leggerete ovunque e non sono neppure la mia cup of tea ma tant’è…

In Every Loser il cast è sì stravariegato ma pur sempre appartenente ad un gotha che ne distanzia il furor esecutivo da quelli che dovrebbero essere i presupposti di certa musica, insomma, miliardari che fanno punk ecco, non dovrei aggiungere altro.

I trucchi del mestiere di Iggy Pop in Every Loser

Ma, come da incipit, non solo di punk vive Pop e quindi, visto che aveva già rispolverato il periodo berlinese con Josh Homme e omaggiato la sua parte Bing Crosby con Free, eccolo quindi tirar fuori dal secchiello del ghiaccio 11 nuove songs dove tutti i trucchi vocali del mestiere son messi in bella mostra, dal crooning al raspato e tutto quel che c’è in mezzo, con l’intenzione, molto probabile, di riallacciare le fila con vecchi fan e tirarne su di nuovi anche grazie alla produzione di Andrew Watt, che passando da Post Malone a Ozzy, si ritrova qui pure in veste di chitarrista.

Non mancano quindi richiami palesi ai primi Stooges, con quel plin plin plin del pianino in Modern Day Rip Off e si trovano pure a loro agio richiami a T.V. Eye in All The Way Down con un riff che pare messo lì a bella posta, ci sono le ballads, New Atlantis e  Morning Show che richiamano appunto Brick by Brick, pulitissime come gemelli d’oro messi su una tshirt strappata e ci son persino strali involontariamente ironici, sia negli autoriferimenti anatomici dei testi che nel presunto anthem Neopunk.

Le mie preferite rimangono solo due: gli 0:55 secondi di The News For Andy dove su uno sghembissimo accompagnamento honky tonky che fa tanto Paul Williams, Iggy Pop declama a guisa di spot di trattamenti psichiatrici ed auto assicurazioni;  e i 5:42 di Regency che con i suoi cambiamenti di arrangiamento e di toni merita se non altro la palma di brano più originale dell’intero set.

Comunque, come faccio da decadi, lo comprerò.

Iggy Pop - Every Loser
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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