King Krule - Space Heavy

Dopo una parentesi live, King Krule torna in studio per Space Heavy.

“Chi vive nel suo tempo raramente sfugge alle nevrosi”, scriveva Ennio Flaiano. E aggiungeva: “Per vivere bene non bisogna essere eccessivamente contemporanei”. Ma per Archy Marshall, in arte King Krule, sembra difficile o addirittura impossibile sfuggire alla (sua) contemporaneità. Così Space Heavy (XL Recordings), quarto album in studio dopo l’eccellente prova dal vivo di You Heat Me Up, You Cool Me Down, all’ascolto suona precario e instabile, quasi nevrotico. Quanto può esserlo un quasi ventinovenne londinese che alla nascita del suo primo figlio, nel 2019, si è trasferito a Liverpool. E il cui disco ha preso forma nel corso degli spostamenti tra le due città. Durante la scrittura Archy è rimasto affascinato dalla nozione di ‘spazio intermedio’, ma nelle 15 canzoni – in totale nemmeno 45 minuti di durata – sembra titubante a colmare questo spazio (And it’s so empty, this space / It weighs heavy on my plate canta in Our Vacum).

La band e i suoni

La band, così come il produttore Dilip Harris, sono compagni di lungo corso: oltre al graffiante sassofonista Ignacio Salvadores, George Bass alla batteria, James Wilson al basso e Jack Towell alla chitarra. Un’assiduità che favorisce l’affiorare di un lavoro compatto, quasi concept, con brani no-wave (Pink Shell, co-autore il già citato Salvadores), scorci ambient che sembrano usciti da un film di un imbolsito Wim Wenders (Flimsy) e l’ombra di Damon Albarn che si allunga sullo sfondo.

Una malinconia a tratti claustrofobica, unita a una sorta di languida stanchezza (su tutte Seagirl, con la cantautrice USA di origini indiane Raveena Aurora) pervade tutto il disco. Anche se il finale di Wednesday Overcast (My head was empty / My life was discreet / A lot has changed / Now a lot means to me) lascia aperto, almeno a parole, uno spiraglio per il futuro. Nel complesso un disco interlocutorio forse, ma con un fascino ambiguo a cui, con il proseguire degli ascolti, è difficile sottrarsi.

King Krule - Space Heavy
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Da ragazzo ho passato buona parte del mio tempo leggendo libri e ascoltando dischi. Da grande sono quasi riuscito a farne un mestiere, scrivendo in giro, raccontando a Radio3 e scegliendo musica a Radio2. Il mio podcast jazz è qui: www.spreaker.com/show/jazz-tracks

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