Consueto mix di stili per La Femme: il nuovo disco si chiama Paradigmes.
Avevamo lasciato la band francese La Femme cinque anni fa con l’ottimo Mystère, al quale hanno dato di recente un seguito con Paradigmes. Nel frattempo non sono rimasti senza lavoro, fra tour, anche di spalla ai Red Hot Chili Peppers, e una composizione di circa venti minuti, Runaway, per una collezione di moda. Si saranno presi anche il tempo per pensare e comporre, sebbene senza stravolgimenti: in effetti questo nuovo disco è lungo, ma non presenta enormi cambiamenti rispetto al passato.
La Femme si muove in una linea di continuità. In ciò la band francese è favorita dal fatto che la sua musica ingloba già tanti elementi del passato, in una fantasiosa reinvenzione della musica che va dagli anni ’60 agli ’80, da surf e yé yé fino alla new wave. Forti di più voci e di una strumentazione assai ricca, dal momento che contano su quasi una decina di elementi.
L’inizio è eccellente
Paradigmes comincia proprio bene con la quasi-title track Paradigme, tastiere, fiati e percussioni molto danzanti mentre le voci femminili filtrate tracciano le linee melodiche. Segue la super evocativa Le Sang De Mon Prochain, prima lenta e poi groovy, con lo stile nel quale La Femme eccelle. Cool Colorado è psichedelia leggera, Gainsbourg influenza tutto. Foutre le Bordel, come il titolo sembra indicare, è l’ennesimo ritorno sul plastic-punk, stile Plastic Bertrand per intenderci. Anche in questo settore sappiamo che La Femme se la cava molto bene.
https://youtu.be/DARzdvNMOAs
Paradigmes prosegue su queste direttrici, alternando un po’ tutto com’è abitudine della band. Pasadena tocca persino toni slam per la voce maschile, lasciando l’hook alla femminile. Episodio simpatico ma niente di più. Non mancano le cavalcate western tipo Lâcher De Chevaux, o la cold wave di Disconnexion.
Bravi con qualche difetto i La Femme di Paradigmes
Sono bravi, non c’è che dire: Paradigmes è una nuova prova del talento di La Femme. In questo episodio non c’è qualcosa di meno degli altri, semmai qualcosa di troppo. Verso la fine, prima di allineare una bella conclusione con l’ottima Va e la discreta Tu T’en Lasses, i francesi la tirano un po’ troppo per le lunghe con qualche passaggio a vuoto. Niente di davvero negativo, ma per un disco del genere 55 minuti sono troppi: il pop di questo tipo ha bisogno di tempi brevi, di non lasciare mai posto alla noia, per dirsi completamente riuscito.
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