Recensione: Lingua Ignota – Sinner Get Ready

Dopo Caligula, Lingua Ignota torna con Sinner Get Ready.

Con Caligula nel 2019 Lingua Ignota ha creato un lavoro sconvolgente, che non a caso è finito al top della classifica di TomTomRock, oltre ad essere stato apprezzato da un pubblico legato a generi differenti. Concludevamo la recensione del disco dicendo che la sperimentazione con suoni e voci operata da Kristin Hayter la portava a inventare un suo proprio linguaggio difficilmente replicabile. E in effetti con il nuovo  Sinner Get Ready neppure lei ci prova, e vira in una nuova direzione.

Sono passati due anni non facili, sia a livello globale, con la pandemia ancora in corso, sia per quanto concerne Kristin Hayter / Lingua Ignota: al pari di tanti altri musicisti impossibilitata a portare in tour la sua musica, e sappiamo quanto questo pesi anche economicamente sulle non-star che sono poi la maggioranza di ciò che ascoltiamo; in tutto questo, problemi di salute l’hanno costretta a un’operazione difficile e dolorosa. Con Sinner Get Ready la  ritroviamo in Pennsylvania (dal Rhode Island di Caligula), immersa nella cultura rurale americana, e il risultato mostra le tracce di tutto quanto si è detto sinora.

Un disco diverso dal precedente

Sinner Get Ready è un disco che mette da parte l’elettronica / industrial del precedente e privilegia il piano e le polifonie vocali (che pure c’erano) con un contorno di vecchi strumenti a quanto pare trovati in botteghe di antiquari. Nacchere, cembali, campane, oltre a tocchi di chitarra e banjo, e a un organo da funzione religiosa. Fa tutto in solitudine, Kristin Hayter, aiutata nella registrazione da Seth Manchester, ingegnere del suono che ha lavorato per molti artisti: lo ricordiamo almeno con i Daughters e quest’anno con Mdou Moctar. Il risultato ricrea una sorta di folk spettrale, che rispecchia il setting nel quale è stato realizzato, al pari dei testi e dei temi toccati. Se Caligula era dedicato come un concept agli abusi sulle donne, qui è il tema mistico-religioso dell’America profonda a prevalere.

La comune di Ephrata e il misticismo dell’America rurale

Il brano iniziale e quello finale (The Order Of Spiritual Virgins e The Solitary Brethren Of Ephrata) sono riferite a una comunità religiosa, quella di Ephrata, nata nel Settecento e composta di uomini e donne, dediti al lavoro ma anche all’ascesi, e sopravvissuta in qualche modo fino agli anni ’70 del Novecento. Altrove si incontrano spezzoni di discorsi che si legano a questo genere di misticismo, dal telepredicatore Jimmy Swaggart accusato (e poi confesso) di frequentare prostitute, alla voce di un protagonista di un reality (Alone) nel quale si parla della solitudine e della presenza di Dio, fino all’intervista di una donna alla quale viene chiesto se non ha timore di riunirsi in chiesa con gli altri fedeli nonostante la pandemia, e che risponde di no “perché coperta dal sangue di Gesù”.

Lingua Ignota – Sinner Get Ready: tra musica classica e folk?

La prima composizione, che dura quasi dieci minuti, è da intendersi come un ponte fra Caligula e Sinner Get Ready, secondo quanto affermato da Lingua Ignota stessa, mentre il resto del disco si ispira al pioniere dell’elettronica Morton Subotnick, forse per l’approccio investito di conoscenze di musica classica. E certo questa è una costante nella musica di Lingua Ignota, che sappiamo essere uscita da quel tipo di studi, più presente qui che nei lavori precedenti. Tuttavia, come detto, anche la tradizione folk è forte, sia pure molto distante dai classici del genere, e certo abbondantemente pre (o post?) folk-rock. Difficile parlare di un brano o di un altro: Sinner Get Ready si apprezza molto nell’insieme; forse ai primi ascolti Pennsylvania Furnace e la successiva Repent Now Confess Now (titolo ispirato sia da un cartello affisso su una proprietà Amish, sia dai dolori postumi dell’operazione subita) mi paiono i momenti culminanti del disco.

 

Contrariamente a quanti hanno rivisitato in passato la tradizione folk degli Appalachi o di altre aree parimenti remote, l’operazione condotta da Lingua Ignota mi sembra funzionare soprattutto per la totale immersione dell’autrice, che non pare interessata a fare umorismo o a dare un giudizio su vissuti così estremi, ma che in essi si immerge totalmente portando l’ascoltatore con sé. Non sempre è un viaggio piacevole, ma trovate il coraggio di farlo.

Lingua Ignota – Sinner Get Ready
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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