Madness - Theatre of Absurd Presents C’est La Vie

Un concept album per i Madness: Theatre of Absurd Presents C’est La Vie.

Ne è passata di storia da quel passo avanti che fece conoscere i Madness persino in versione italiana nei nostri lidi…e adesso ecco tornare, dopo qualche anno di hiatus discografico ma mai domi nell’attività live, il sestetto di Camden con quello che una volta si definiva concept album, Theatre of Absurd Presents C’est La Vie, sulla scia del loro precedente The Liberty Of Norton Folgate che fu poi seguito da un lavoro non memorabile e un altro che faceva ben sperare.

Theatre of Absurd Presents C’est La Vie, 13mo disco dei Madness, è costruito, sin dal titolo, come un’operina tutta brit con tanto di prologo, tre atti e un epilogo affidati alla voce di Martin Freeman, attore inglese da noi noto più per il suo Watson o le robe degli Hobbit più che per i suoi esordi in The Office UK, e si propone come un compendio di osservazioni su quanto accaduto negli ultimi anni che nulla ha da invidiare rispetto a quanto già i Kinks fecero lustri fa.

Un disco in tre atti

Il disco (dedicato a Terry Hall) dipana nello spazio di un’ora tutta la sapienza pop della band ormai libera di spaziare tra melodie beatlesiane, revival anni 80 e malinconiche divagazioni che sempre hanno contraddistinto il percorso degli ex lads oltre a siparietti vaudeville che rendono ancor più consona la struttura del disco.

L’intro si rivolge a nientepopòdimeno che a Beckett e Theatre of The Absurd è già piovosa melodia che con fiati ed archi orchestrali sposta l’asse su territori alti. If I Go Mad è un Bo Diddley singolo immediatamente classico, Baby Burglar riprende un po’ lo ska delle origini ma con inedita eleganza.

Dopo la presentazione del primo atto, C’est la Vie vale l’onore di essere title track, What On Earth Is It rende dark atmofere altrimenti luminose, Hour Of Need è zuccheroso pop ultrainglese con un testo tutt’altro che banale.

L’atto due ci dice che la damigella in pericolo stavolta non ha nessuno che la possa salvare e dà il la a Round We Go, grande song assolutamente rappresentativa dello stile della band.

L’atto tre ci dice che la situazione sta peggiorando e il reggae dark di Lockdown and Frackoff ci riporta indietro a ricordi ancora feroci di isolamento forzato. Beginners 101 è una ballad con bellissimi contrappunti tastieristici, Is There Anybody Out There è la loro One Better Day rivisitata ad oggi The Law According to Dr. Kippah è l’episodio più bizzarro, quasi synth pop, altro potenziale singolone.

Un epilogo di speranza per i Madness di Theatre of Absurd Presents C’est La Vie

L’epilogo si conclude con la domanda “chi avrà il coraggio di alzarsi e combattere?” e Run for Your Life ci catapulta direttamente negli anni 8., Set Me Free (Let Me Be) è elegante e sinuosa ode a una libertà sempre più illusoria e ci accompagna sino a In My Street, che chiude con tanto di commento finale “Ladies and gentlemen, this is the end…or the beginning” in maniera quantomai riflessiva uno dei dischi ad oggi più riusciti dell’anno.

I’d rather stay here with all the Madness.

Madness - Theatre of Absurd Presents C’est La Vie
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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