Madrugada - Chimes at Midnight

Dopo un silenzio di 14 anni Chimes at Midnight segna il ritorno (soft) dei Madrugada

Quando una band si scioglie e si riforma più di dieci anni dopo e pubblica un nuovo disco a distanza di quasi quattordici anni dal precedente la prima tentazione è quella di chiedersi se siano ripartiti da dove avevano interrotto o se invece il tempo trascorso li abbia portati a percorrere strade almeno in parte nuove e comunque diverse. Il precedente album, l’eponimo Madrugada (2008), si muoveva all’interno di un territorio che potremmo, con molta approssimazione, definire post grunge, pur se molto “addolcito”. Anche le ballate acustiche al suo interno, ad esempio Honey Bee, richiamavano sostanzialmente certe esibizioni in acustico di Mark Lanegan, e ancor più di Chris Cornell. Ma in alcuni brani, come What’s On Your Mind e Valley Of Deception, già si intravedeva una virata verso atmosfere ancora più soft, anche se non prive di “zampate” più decisamente rock. Ed erano proprio brani di questo tipo a caratterizzare più marcatamente la seconda parte del disco.

Madrugada – Chimes at Midnight: prevale la raffinatezza

Cosa è rimasto di tutto questo  all’interno dei solchi di Chimes At Midnight? Da un certo punto di vista, molto, ma certe “direzioni” sono state ancora più accentuate, fino a diventare prevalenti. Se Running From The Love Of Your Life avrebbe potuto tranquillamente far parte del disco precedente, altri brani – come l’iniziale Nobody Loves You Like I Do o Help Yourself To Me – virano abbastanza decisamente verso una sorta di lounge rock che richiama, anche per la raffinatezza degli arrangiamenti, certi brani degli ultimi CousteauX, rivisitati nell’ottica di una sensibilità tutta “nordica” tendente, alla fin fine, alla rarefazione delle atmosfere. Ne è un esempio Imagination, alla quale il martellare della batteria e la ripetitività del riff chitarristico conferiscono un andamento “marziale”, tra l’epico e il lirico. Questa è peraltro la “cifra” più evidente anche di altri brani, come i successivi Dreams At Midnight e, sia pure in misura minore, Call My Name. Empire Blues tiene abbastanza fede al suo titolo, anche se ovviamente si tratta di un blues che è già un eufemismo definire “rivisitato”: in ogni caso si tratta di una “deviazione” piuttosto marcata rispetto al percorso fin qui unitario e uniforme del disco. Deviazione, comunque, tutt’altro che spiacevole. Disco “romantico” i cui testi sono per la maggior parte “testi d’amore”, a volte con atmosfere da rock melodico d’altri tempi: si ascolti, ad esempio, You Promised To Wait For Me, che sembra quasi uscire da un album dei Cock Robin. In The World Could Be Falling Down ritornano le atmosfere alla Cousteaux, come pure nella conclusiva Ecstasy, accentuate da un accompagnamento fondato essenzialmente, per quasi metà del brano, sul piano solo.

La rinascita dei Madrugada si fa indiscutibilmente apprezzare

Ma la protagonista principale dell’intero lavoro è – e c’era da aspettarselo – la voce di Sivert Høyem, calda e profonda, ma sufficientemente duttile e mutevole da richiamare più di un paragone: Liam McKahey e Peter Kingsbery su tutti, ma certe inflessioni non possono non ricordare Eddie Vedder. E in qualche momento sembrano far capolino anche Bryan Ferry e perfino il Nick Cave più lirico e “tranquillo”. Chi ha amato questa “strana” band norvegese con un nome spagnolo saluterà, crediamo, con gioia questa “rinascita”. Chi non li conoscesse potrà comunque godere di un disco assai gradevole, confezionato con grande “mestiere” e indiscutibile classe.

Recensione: Madrugada – Chimes At Midnight
7.3 Voto Redattore
10 Voto Utenti (1 voto)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.