Il ‘beat scientist’ Makaya McCraven rivisita il catalogo Blue Note con Deciphering the Message.
Deciphering the Message, il nuovo album del batterista e produttore (ma non chiamatelo così, lui preferisce beat scientist!) Makaya McCraven ci pone di fronte ad un’atavica questione. Quale deve essere il rapporto tra la musica di oggi e quella del passato? (Anni fa avrei ristretto la questione al jazz, ma già da tempo anche il rock è afflitto da una pericolosa forma di Retromania). Al di là della critica teorica, la risposta inevitabilmente soffia nel vento, e cioè nella musica che ci gira intorno. Per Makaya McCraven il passato è comunque un punto di partenza: l’anno scorso con We’re New Again aveva re-immaginato I’m New Here di Gil Scott-Heron. Con il passaggio alla Blue Note, dopo gli esordi con International Anthem, inevitabile (anche dal punto di vista commerciale) la rivisitazione di alcuni titoli del luminoso passato dell’etichetta. Già fatto direte voi. Esatto. E fin dall’introduzione affidata alla voce di Pee Wee Marquette, celebre presentatore del Birdland, riesumato da un live di Art Blakey del 1954. Campionato dagli Us3 nel 1993 (ventotto anni fa!) in Cantaloop.
Canzoni e citazioni
Il primo brano è A Slice of the Top, brano inciso da Hank Mobley nel 1966. E non è un brutto inizio. Segue Sunset, apparso su Whistle Stop di Kenny Dorham, 1961. McCraven rende la ritmica più articolata, con una parte centrale decisamente dub, su cui si innesta splendidamente la chitarra di Jeff Parker. Si prosegue così, nel solco di quanto già ascoltato nei lavori di Madlib e J Dilla, scomodando, tra gli altri, Donald Byrd, Clifford Brown, Dexter Gordon, Jack Wilson. Ma se anche il vibrafono di Joel Ross e la tromba di Marquis Hill impreziosiscono i singoli brani, quello di cui si sente la mancanza è proprio una visione generale del progetto: un segno del lavoro di McCraven che non sia semplicemente raddoppiare le ritmiche con l’elettronica, senza mai uscire da comodi e prevedibili sentieri segnati.
Tanto da far pensare che l’obiettivo finale di Deciphering the Message sia solo di favorire la conversazione durante la degustazione di un cocktail. Fa eccezione il finale di Black Rhythm Happening, in cui si respira un’autentica aria di festa. Troppo poco per non pensare che il messaggio da decifrare è fin troppo chiaro.
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