A vent’anni dal primo S&M, i Metallica tornano con S&M2.
L’avevano già fatto nel 1999 i Metallica: un incontro con la San Francisco Symphony diretta da Michael Kamen, registrato il 21-22 aprile di quell’anno al Berkeley Community Theatre e diffuso come S&M per Symphony e Metallica, con gioco di parole su sadomaso. Il legame fra metal e classica è noto: Cliff Burton, lo storico bassista scomparso tragicamente nel 1986, era un grande appassionato di Bach. I precedenti di concerti nei quali musicisti pop e rock si accompagnano a orchestre sono numerosi; in ambito hard rock certamente non si può fare a meno di ricordare il Concert for Group and Orchestra, live dei Deep Purple realizzato con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra. Era il 1969. Trent’anni dopo arrivarono i Metallica che, trascorsi altri due decenni dal primo S&M (ultimo loro lavoro con Jason Newsted), ci hanno riprovato, sempre con la San Francisco Symphony.
Diffuso come film-concerto, adesso S&M2 viene pubblicato come disco doppio (cd e vinili con più edizioni), ma anche in DVD e blu-ray. Il concerto era già stato un evento sold-out, dinanzi a 40.000 fan che, sia pure in sordina, si sentono durante il concerto aggiungendo il calore della dimensione live.
Una rivisitazione dei classici ma non solo
La scaletta si apre come nel 1999 con l’omaggio a Ennio Morricone The Ecstasy Of Gold, che deborda nel classico strumentale The Call Of Ktulu da Ride The Lightning. Non tutto però è una copia del passato; mancano pezzi storici dei Metallica come Battery e Sad But True, e, in una prima mondiale, c’è un’ispirata rivisitazione del compositore futurista sovietico Alexander Mosolov, The Iron Foundry. Molti brani sono riarrangiati e dinanzi a classici come For Whom The Bell Tolls, Nothing Else Matter e Master of Puppets è difficile rimanere indifferenti. In qualche momento, come Unforgiven III, non tutto funziona, mentre è bella l’inclusione di Moth Into Flame.
I Metallica del 2019-20
Rispetto al 1999 i Metallica sono un po’ meno pimpanti, Lars Ulrich più stanco alla batteria. L’intesa con l’orchestra però è ottima e le due ore e mezza si seguono senza noia. Ancora più del primo, S&M2 pone la band sul piedistallo del metal di tutti i tempi, inserendola nel solco di una tradizione musicale nata ben prima di loro. Certo, quello che ormai risulta attenuato è l’effetto che l’irruzione del trash metal ebbe sulla scena degli anni ‘80, unendo l’immediatezza del punk all’hard rock precedente. Le orchestrazioni di S&M2 allontanano ancora di più i Metallica da quel momento di rottura, in un certo senso li normalizzano. Per i fan del metal in generale magari è un aspetto positivo, per chi (come me) li amava soprattutto in quel formato dirompente un po’ meno. Il voto è la conseguenza di questa mediazione.
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