Love What Survives: il disco migliore dei Mount Kimbie.

Il duo inglese dei Mount Kimbie arriva con Love What Survives al terzo disco, probabilmente il più ispirato. Innovativi ma non spiazzanti, Mount Kimbie si inseriscono nella nuova elettronica inglese, fra dance, new wave, canzone. Love What Survives alterna brani cantati a strumentali, ma non perde mai il filo del discorso. E’ un disco urbano, pulsante, mai sovrabbondante e dunque riuscito. Merito anche di alcune collaborazioni ben scelte.
Un cast di pregio per Love What Survives
Love What Survives è stato annunciato dal singolo esplosivo Blue Train Line, in collaborazione con King Krule.
Base veloce sulla quale il vocione di King Krule sputa parole fra punk e hip-hop: un momento che fa sperare bene anche per il nuovo disco, di prossima uscita, del londinese. Love what Survives allinea altre collaborazioni importanti. Soprattutto quella con James Blake, presente in due tracce. La conclusiva How We Got By è forse la migliore, con la bella voce di Blake sommersa da ondate di synth. Ma anche la breve We Go Home Together è riuscita. Segnaliamo inoltre le collaborazioni vocali di Micachu e Andrea Balency.
Un disco policromo per Mount Kimbie
Ma anche quando Dominic Maker e Kai Campos restano soli, la musica non perde d’interesse. Audition piacerà a quanti hanno amato John Foxx o i Japan d’epoca. Sebbene le accelerazioni che i Mount Kimbie danno al brano siano tutte contemporanee. SP12 ha atmosfere lievemente tribali con tocchi orientali. Poison suona ambient con un piano malinconico. Delta è elettronica pulsante. E T.A.M.E.D., che non risulta avere featurings, è bella e cantata molto bene. Se un difetto va trovato per un disco che sta raccogliendo molti consensi, sta nel fatto che le diverse voci, la giustapposizione di stili differenti, a tratti non lo rende perfettamente unitario. Ma è una critica minore rispetto alle qualità notevoli espresse da Maker e Campos.
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