Nakhane - Bastard Jargon

Nakhane approda alla maturità artistica con un disco meno muscolare del precedente You Will Not Die.

“Ok, non sono morto neanche stavolta, anzi sono ancora più forte. In più a un certo punto bisogna anche avere il coraggio di guardare la morte in faccia e dirle semplicemente una cosa: “Fuck you!”.

Così parlò Nakhane nel 2018 in occasione dell’uscita dello splendido You Will Not Die:  l’album della rinascita per una figura inquieta e spregiudicata che sceglie di affrancarsi dal dolore e da un contesto culturale ostile. Nascere nero e gay in Sudafrica non ti spiana certo la strada per una vita serena e priva di ostacoli. La musica, e in parte la scrittura e il cinema, sono stati i mezzi del riscatto. Il trasferimento a Londra ha completato l’operazione. Oggi Nakhane si ripresenta con un disco che suona meno incisivo del precedente, ma non toglie nulla alle potenzialità espresse in passato.

Bastard Jargon (Star Red/BMG) è un album semplice e solare con qualche tocco “sexy”, ritmato al punto giusto che scorre tranquillo evitando le soluzioni più audaci, o quelle troppo  cupe e malinconiche, che era lecito aspettarsi dal personaggio in questione. La sofferenza, spesso, stimola la creatività e in Bastard Jargon la leggerezza che pervade l’intero lavoro va a scapito degli assalti emotivi che avevano reso You Will Not Die un “pezzo” unico e di difficile collocazione. D’altronde l’artista stesso ha di recente dichiarato al Guardian: “Non ne potevo più di cantare canzoni tristi”. Nakhane oggi continua il suo percorso di rivendicazione identitaria riuscendo ad arrivare al cuore dell’ascoltatore con pochi e semplici attrezzi: una voce di rara bellezza e una serie di melodie ben confezionate che non lasciano dubbi sulle capacità artistiche già dimostrate.

Le nuove canzoni

Il primo singolo è uscito a novembre dello scorso anno e rappresenta degnamente lo spirito dell’intero lavoro. Do You Well, cantato con Perfume Genius, è un brano dance candido, diretto e con una melodia accattivante, privo però di un qualunque colpo di genio. Una “canzoncina” carina, molto simile a New Brighton, del 2018, in cui la presenza di Anohni aveva regalato più emozioni. Nulla a che fare, quindi, con la meravigliosa pesantezza che caratterizzava il “vecchio” Nakhane. Le cose si complicano piacevolmente col secondo singolo: Tell Me Your Politik. Ritmica incalzante e melodia aggressiva, insieme alla chitarra di Nile Rodgers (anche produttore esecutivo dell’album) e alla voce di Moonchild Sanelly, rendono Tell Me Your Politik uno dei momenti migliori di Bastard Jargon. Il resto del disco fluisce in modo gradevole pur senza particolari scossoni. Alcuni brani restano impressi più di altri, My Ma Was Good e Standing In Our Way meritano più di un ascolto, ma nel complesso non ci resta che sperare nel ritorno alle dinamiche vigorose e articolate con cui Nakhane ci ha lasciato cinque anni fa.

Nakhane – Bastard Jargon
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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