Recensione: Nubya Garcia ‎- SourceConcord Jazz - 2020

Il nuovo jazz inglese trionfa con Nubya Garcia e il suo Source.

Recensione: Nubya Garcia ‎- Source
Concord Jazz – 2020

Figlia di immigrati – sua madre è originaria della Guyana, suo padre di Trinidad – cresciuta nel quartiere di Camden a Londra, Nubya Garcia si sta affermando come una delle esponenti più rappresentative della rinata scena jazz inglese. È un movimento che a molti puristi può non piacere, mescolato con l’afro-beat, con il jazz sudafricano (che da sempre ha trovato nella capitale britannica la sua seconda patria), con il neo-soul, con l’elettronica. Ma che ha il pregio di esistere nella realtà di chi lo suona e di chi lo ascolta e non solo nelle collezioni di vinili di chi rimpiange i bei tempi che furono.

Le collaborazioni di Garcia

Se c’è una speranza per il jazz, sempre più ai margini di ogni discorso estetico contemporaneo, è proprio in questi musicisti che cercano nuove strade, semplicemente perché quelle vecchie non esistono più, e da tempo. Così fanno Shabaka Hutchings, Moses Boyd, Kokoroko, tanto per citare alcuni nomi presenti in We Out Here, una compilation del 2018 per l’etichetta di Gilles Peterson, che per primo li ha portati alla ribalta. Garcia nel frattempo ha prodotto alcuni EP a suo nome, ha suonato con Makaya McCraven e con Moses Sumney (al flauto in due brani di græ), tanto da guadagnarsi il secondo posto nel referendum 2020 della prestigiosa rivista jazz statunitense Down Beat (categoria sassofonisti emergenti).

Nubya Garcia ‎e i musicisti di Source

Con Source si conferma eccellente e fantasiosa strumentista (in questo disco solo al sax tenore), ma anche autorevole leader di un gruppo che comprende Daniel Casimir al contrabbasso, Sam Jones alla batteria e Joe Armon-Jones al pianoforte e al piano elettrico. Il disco si apre con due brani dagli echi coltraniani (ma a vigilare su questi nuovi musicisti c’è anche Pharoah Sanders), Pace e The Message Continues, che sono un vero e proprio manifesto soul-jazz del terzo millennio. Se il dub di Source è l’episodio meno riuscito dell’album, anche perché stiracchiato a più di dodici minuti, con la magnifica ballad Together Is A Beatiful Place To Be il disco riprende immediatamente quota.

Un jazz multiculturale

E da lì in avanti cresce ancora: in La Cumbia Me Está Llamando Nubya si dimostra, con Sonny Rollins nel cuore, splendidamente a suo agio con i ritmi latini; così come nella poliritmia di Before Us: In Demerara & Caura, dove lascia spazio al flicorno di Ms Maurice (alias di Sheila Maurice-Grey, leader dei Kokoroko, presente anche nella sognante Together Is A Beautiful Place To Be).

 

Splendido il finale di Boundless Beings, un brano che nelle intenzioni doveva essere un semplice interludio, e con il testo e il featuring vocale di Akenya Seymour da Chicago (Flow with the wind to the sea, We’re timeless creatures, you and me) si è trasformato nell’impeccabile conclusione di un album davvero entusiasmante.

Nubya Garcia ‎- Source
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Da ragazzo ho passato buona parte del mio tempo leggendo libri e ascoltando dischi. Da grande sono quasi riuscito a farne un mestiere, scrivendo in giro, raccontando a Radio3 e scegliendo musica a Radio2. Il mio podcast jazz è qui: www.spreaker.com/show/jazz-tracks

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