Wide Awake!: quasi un catalogo della musica dei Parquet Courts.
Band prolifica, i Parquet Courts arrivano con Wide Awake! al sesto disco (più collaborazioni varie), e non a scapito della qualità. Per quest’ultima prova si fanno produrre dall’ormai ubiquo Danger Mouse e in meno di 40 minuti allineano 13 canzoni che pescano fra i diversi stili che hanno toccato sinora. È vero infatti che Parquet Courts sono noti soprattutto per l’indie-punk profondamente newyorkese che è il loro principale marchio di fabbrica. Ma dal 2011 (anno del loro esordio) a oggi hanno fatto vedere molto di più.
I Parquet Courts versione punk
Wide Awake! si apre con l’inno Total Football (Normalization, Extinction), che con diversi altri momenti del disco va appunto nella direzione punk senza compromessi che i Parquet Courts interpretano con la giusta frenesia.
Il white funk che pure a tratti è nelle loro corde viene fuori in Violence e Wide Awake. Sono i momenti che convincono meno, ma è chiaramente questione di gusti. Invece per chi scrive quelli più godibili risentono delle influenze ‘60s che erano evidenti soprattutto nel loro Content Nausea del 2014. Qui sono Mardi Gras Beads e Death Will Bring Change. Si chiude bene con Tenderness, vagamente Talking Heads degli esordi di 77.
La personalità dei Parquet Courts
Tuttavia, forse a questo punto i rimandi non sarebbero necessari, perché i Parquet Courts suonano soprattutto se stessi. Sono evidenti le ragioni per le quali, nel corso di una manciata di anni, questa band si è ricavata uno spazio importante nel cuore degli amanti dell’indie-rock americano, che cerca il suono diretto dei primi Strokes, o di tanti altri prima di loro.
Wide Awake!, proprio perché antologizza quanto di meglio hanno fatto finora, è perfettamente riuscito. Magari per le novità attenderemo il prossimo capitolo.
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