Pivio - Ugly Covers

Sette “Ugly Covers” (ma è davvero così?) per Pivio

Tempo di bilanci artistici e forse di nostalgie canaglie per Pivio che, a fronte di una carriera solista con diversi albums al di fuori del duo con De Scalzi e relative soundtracks, attinge al suo passato aurale per dedicarsi, anziché ad una nuova uscita, (dato si che l’ultima è abbastanza recente, vedasi Pycnoleptic…), ciccia fuori dal suo technocilindro ben 7 cover versions da lui stesso definite ugly, credo in maniera assai provocatoria, suonate, cantate e prodotte in totale solitudo…

E quali sarebbero queste “cover brutte”?

Il parterre di Ugly Covers (pubblicato da I Dischi Dell’Espleta) è senza dubbio di massimo valore: T. Rex, Patti Smith, Killing Joke, Eno (senza Brian…), Nine Inch Nails, Mercury Rev e il duo Sylvian/Sakamoto vengono processsati attraverso lo stile proprio di Pivio, ossia molta elettronica e molta acustica nascosta e una voce sempre duttilmente new wave con rispetto ma anche con sfida verso gli originali.

La sua Children Of The Revolution del buon Bolan che parte come un raga della sera ma non finisce col cantare la Paloma dona con questo trattamento alla George Harrison on dope una notevole contemporaneità; rifare Patti Smith con Dancing Barefoot con un trattamento alla James Blake è ereticamente coraggioso, ma si sa, lui viene dal punk e quel senso di ribellione ce l’ha nel dna musicale.

Democracy dei Killing Joke potrebbe essere benissimo un suo originale per quanto ripropone alcuni suoi tipici stilemi quali voci al contrario e una teutonica ritmica sostenuta. E poi la scelta del brano la dice anche lunga sulla sua visione della contemporaneità…

La follia dell’utilizzo del suono per kazoo come incipit per Here Comes The Warm Jets, altro titolo non scelto assolutamente a caso è elemento inedito invece per la seriosità dell’artista, quasi uno sberleffo necessario ma anche un omaggio, per i veri cultori di Eno, alla Portsmouth Sinfonia dove l’obliquo comparsò decadi orsono. Quanto al testo esce pulito e comprensibile rispetto all’originale dove le parole furono scelte più per il suono che per il loro significato.

The Good Soldier dei Nine Inch Nails è di nuovo scelta etica, canzone antibellica  la cui resa immagino sarebbe molto gradita da Trent Reznor medesimo, mentre il salto pindarico alle melodie oniriche dei Mercury Rev con Tides Of The Moon riporta ad una illusione di quiete evidente cercata dal Nostro.

Si conclude con World Citizen, un ep originale di Ryuichi Sakamoto e David Silvian, ennesima conferma di uno stato mentale libero ed aperto ad ogni cultura ben sposato in questa versione .

Ma qualcosa di Ugly c’è davvero…

Sul numero 7 si potrebbe dissertare a lungo, ma oggi non mi va di cabalare. Invece il fatto che Pivio ha lo stesso numero di lettere di Bowie (che il nostro preziosamente coverizzò in tempi non sospetti in un intero album che consiglio) mi porta a pensare, visto lo stato d’animo in cui il lavoro è stato realizzato, se il titolo non avrebbe potuto essere “Pin Downs”. ma questa è solo farina del mio vetusto sacco… Inoltre ogni canzone è accompagnata da un disegnino fatto da Pivio medesimo per rendere graficamente il suo concetto di Ugly.  Per cui, per i disegni, non fategli complimenti please.

Pare che il lavoro esca in edizione vinilica limitatissima per il futuro Record Store Days di Dicembre mentre è ascoltabile in liquido dall’11 ottobre, prestare attenzione quindi.

Pivio - Ugly Covers
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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