Protomartyr - Formal Growth In The Desert

I Protomartyr vanno in cerca di gradi spazi per la loro Formal Growth In The Desert.

Ambiguo pensiero precedente l’ascolto. I Protomartyr sono una garanzia, persino troppo. Sai che ti avvolgeranno e turberanno con il post-punk perturbato, ma lo sai anche troppo bene. Tutti i loro dischi valgono, ma è anche abbastanza vero che si equivalgono. Formal Growth In The Desert (Domino) cambierà le cose? O almeno cambierà qualcosa, ad esempio rispetto al precedente, granitico Ultimate Success Today? Anche perché il titolo parla di “crescita” e di deserto” che son termini interessanti, specie se associati fra loro…

Genesi di Formal Growth In The Desert

L’album è effettivamente stato registrato in mezzo al deserto, presso il Sonic Ranch di Tornillo Texas (località di 1500 che per un certo periodo ospitò una tendopoli con 4000 bambini profughi). Il vocalista  Joe Casey arriva in sala d’incisione con il fardello di molti disastri familiari (come la recente morte della madre dopo anni di Alzheimer), ma anche – sue dichiarazioni – la voglia di iniziare una nuova fase dell’esistenza. Forse è anche per questo che, rispetto al passato, capita più spesso di sentirlo (quasi) cantare anziché declamare i suoi aspri versi.  Il chitarrista Greg Ahee porta invece con sé la nuova esperienza  in ambito colonne sonore che dà varietà di timbri e toni alle corde elettriche.

Un disco con diverse cose belle…

L’iniziale Make Way è desolata eppure lirica e subito dopo resa imperiosa dal  titolo scandito in coro, con in più la sorpresa di una pedal steel che fa pensare a storici specialisti della musica da deserto come Calexico e Giant Sand, solo  in versione più apocalittica: “Benvenuti nella terra infestata/ L’aldilà vivente/ dove abbiamo scelto di dimenticare/ Gli anni del coltello famelico”.

È un punto di partenza ad alto livello e anche più avanti si trovano passaggi che, pur nella loro indiscutibile cupezza, sono attraversati da improvvisi fasci di luce e, soprattutto, da un’idea di ampiezza in passato sconosciuta a una band tendente alla claustrofobia. Fra questi la marziale Poliacrilex Kid, dove ritorna la pedal steel, o Elimination Dance con chitarra pervasiva- incisiva e testo che in parte spiega il titolo dell’album “Nel deserto mi sono sentito umile/ Vedendo cosa hanno fatto mille anni di ghiaccio/ Ma il mio sangue non è freddo/ I cagnolini ancora mi leccano le mani.”

…ma c’è qualche passaggio a vuoto

Al tempo stesso però non mancano, specie nella seconda parte, episodi macchinosi e privi di spunti davvero interessanti che sono poi quelli più legati ai Protomartyr ‘classici’ come  We Know The Rats o The Author.  Ma quando si percepisce una certa fatica d’ascolto ecco la conclusiva Rain Garden, bella, epica e trasognata – anche nella parte vocale – come il titolo lascia immaginare. “Baciami prima che io vada” ripete più volte Casey ed è una frase ambivalente che ci piace interpretare come inizio di un viaggio esperienziale.

Tornando al discorso iniziale: ci sono in Formal Growth In The Desert  i prodromi, e anche qualche segno compiuto, di un cambiamento netto e auspicabile, di una crescita nel deserto e grazie al deserto. Ma è un cammino che ha solo iniziato a essere percorso. E, dato l’ambiente così come dati i demoni sempre in agguato di Joe Casey, sarà un cammino difficile.

Protomartyr - Formal Growth In The Desert
7,3 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.