Smokey Robinson - Gasms

Ottantatré anni appassionati e suadenti: torna Smokey Robinson con i suoi Gasms.

Sempre sinuoso come un gatto, l’ottantatreenne Smokey Robinson, una delle ultime leggende ancora viventi della musica soul e r’n’b’, torna con un album nuovo di zecca, Gasms, composto di nuovo materiale (l’ultimo era del 2009).

Album accompagnato da alcune polemiche nella sempre più insopportabilmente puritana America, a partire dal titolo, quel Gasms che è la riduzione gergale di Orgasms, ma che il nostro uomo ha smarcato immediatamente dall’univoco riferimento sessuale, affermando che il disco parla sì del piacere sessuale ma non solo di quello, in quanto il riferimento è soprattutto a ogni forma di piacere che accompagna la nostra vita.

Un concept album per un tema caro Smokey Robinson

Senza pudore, nonostante l’età sia quella che sia, l’artista di Detroit riesca a imbastire un vero e proprio concept per parlare, sussurrare, gemere di giorni e notti vissute all’insegna della passione e del desiderio. Diciamocelo: con quella voce e con il passato che ha, Smokey è uno dei pochi che può permettersi tutto, ma veramente tutto; una voce pazzesca che viaggia ancora sul velluto, che blandisce e colpisce sempre al cuore, trascinandoti in quella quiet storm che è stata da sempre il suo marchio di fabbrica. E grazie a questo soprattutto che il disco risulta comunque tutto sommato più che piacevole, nonostante ovviamente l’ispirazione non sia del tutto continua e uniforme lungo le nove tracce.

Il repertorio di Gasms

Si inizia a livelli molto alti con la title track, sospesa tra jazz e soul, e la successiva, bellissima, How You Make Me Feel, che potrebbe essere opera di uno Sly Stone ancora lucido e non perso da decenni dietro i suoi demoni. Spiccano poi la ninna nanna di Roll Around, dove non ondeggiare è impossibile, con uno strepitoso giro di chitarra, una If We Don’t Have Each Other, che sembra Smokey che fa Prince che fa Smokey, tappeto percussivo delicato, più zucchero e miele a piene mani in una melodia fatata.

Ma in genere tutto il disco è di buon livello, e forse solo negli ultimi due pezzi affiora un po’ di stanchezza. E comunque, a uno come Smokey Robinson, che ha vissuto nelle top 20 americane per vent’anni, che è stato omaggiato da John Lennon e da George Harrison e che ha fatto sognare milioni di persone lungo sessant’anni di carriera, si può perdonare questo e altro.

Smokey Robinson – Gasms
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Classe 1965, bolzanino di nascita, vive a Firenze dal 1985; è convinto che la migliore occupazione per l’uomo sia comprare ed ascoltare dischi; ritiene che Rolling Stones, Frank Zappa, Steely Dan, Miles Davis, Charlie Mingus e Thelonious Monk siano comunque ragioni sufficienti per vivere.

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