Taylor Swift - Speak Now (Taylor's Version)

La ricostruzione ‘etica’ della discografia di Taylor Swift continua con Speak Now.

Speak Now è il terzo pezzo di un mosaico che ha lo scopo di ricostruire la carriera discografica di Taylor Swift a partire da una prospettiva nuova, personale e soggettiva. Tutto nasce da un classico casus belli:  la battaglia legale con l’ex casa discografica  per la proprietà dei master originali dei primi sei dischi è diventata per Taylor l’occasione di rileggere il passato con un certo distacco e alla luce del successo planetario raggiunto. Arriva dopo Fearless e Red e nel bel mezzo di un tour mondiale che ha già frantumato parecchi record nella sua prima parte – quella statunitense – e altrettanti si prepara a fare nel  capitolo europeo.

È evidente a tutti come Taylor Swift abbia raggiunto una notevole maturità negli ultimi anni. Le collaborazioni con Bon Iver, i Big Red Machine e i fratelli Dessner dei National hanno conferito un inedito spessore a un sound in bilico fra pop d’autore, rock e il country delle origini.

Taylor Swift nel 2010 e nel 2023

Speak Now, pubblicato per la prima volta nel 2010, è stato probabilmente il primo grande successo di Taylor nonchè il primo lavoro interamente scritto in totale autonomia. È interessante quindi prendere in esame questa rilettura targata 2023, arricchita di brani inediti risalenti allo stesso periodo, come a disegnare una sorta di istantanea di un momento decisivo.

Forte di testi maturi e insolitamente ben scritti e congegnati per quella che all’epoca era solo una diciannovenne, Speak Now raccontava di amori finiti, della fine dell’adolescenza e dell’ingresso nella vita adulta. Ri-registrato a trentadue anni, l’album conserva la bellezza folgorante dei testi originali liberandoli della loro tragicità. Quelli che parevano drammi insostenibili sono invece stati superati e messi in prospettiva. È il caso della magnifica Dear John, probabilmente uno dei pezzi più amati e riusciti di Taylor, che qui perde le venature di amarezza del 2010 per sostituirle con pennellate di malinconia agrodolce. Belle anche le riedizioni dell’apripista Mine e delle più pop Enchanted o Better Than Revenge.

I pezzi “from the Vault” di Speak Now

Se nel complesso il sound della versione di partenza  e quello di questa rivisitazione non presentano grandi differenze, ci paiono invece di grande interesse i sei brani “from the Vault”, ovvero gli inediti non inclusi nell’album originale, oggi recuperati e che che possono vantare featuring di tutto rispetto, come Hayley Williams dei Paramore e il solito Aaron Dessner dei National, oramai ospite fisso nella discografia della nostra, a cui si deve aggiungere Patrick Stump dei Fall Out Boy che fa capolino in Electric Touch, un pezzo art pop decisamente riuscito.

Magnifica ballata per vioce e pianoforte, When Emma Falls in Love può contare su un testo dalla bellezza folgorante e, come si diceva, incredibilmente profondo per una diciannovenne: “Quando Emma si innamora, è tutto sul suo viso/Si libra nell’aria come le stelle nello spazio esterno/Quando Emma si innamora, scompare/E tutti noi ridiamo dopo averla vista per tutti questi anni/Quando Emma cade a pezzi, è quando è sola/Si fa carico del dolore e lo sopporta da sola/Perché quando Emma si innamora, lo fa per restare/Non si allontana se non sa che deve assolutamente andarsene”.

Stupendo il duetto con Hayley Williams, Castle Crumbling, probabilmente il momento più bello di Speak Now in questa riedizione, il più vicino al sound dell’artista odierna, come a voler sottolineare che il percorso intrapreso è più lineare e senza salti di quanto si possa credere. Ma non meno belli sono la ritmata I Can See You, Foolish One (una sorta di epilogo della già citata Mine) e Timeless, che chiude degnamente un album già diventato il dodicesimo numero 1 di Taylor Swift.

Taylor Swift – Speak Now (Taylor’s Version)
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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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