Recensione: The Grid / Fripp - LeviathanDGM - 2021

Riprende la collaborazione The Grid / Fripp: Leviathan.

I Grid, al secolo Dave Ball (Soft Cell) e Richard Norris (PTV) non sono nuovi a collaborare con il Re Cremisi, Robert Fripp, anzi, già dal loro secondo album titolato 456, il flirt tra le due entità apparentemente dicotomiche funzionò talmente bene da essere replicato anche nel terzo Evolver con risultati felici. In quelle occasioni Fripp si prestò con compiacenza a indorare pillole dance o marcatamente glam mettendosi quindi a servizio dello scatenato duo che, all’epoca, di pillole doveva ingoiarne parecchie e tutt’altro che amare, erano tempi estatici, si sa…

Il duo, di stretta matrice elettronica, torna quindi a collegarsi con la stazione Fripp in un album assolutamente lontano dalle seduzioni danzereccie per passato e che, invece, spinge a più sospinto, verso i territori landscape dei Frippertronics più dilatati che ci ammansirono tra il ‘90 e lo ‘00 e lo fa con elegante maestria, e ci mancherebbe fosse il contrario.

Il titolo annuncia qualcosa di diverso dal passato

Già il titolo si dimostra prodromico, il Leviatano, mitologica creatura che sorge dal mare, pare proprio apparire tra le note dell’apertura di Empire di amniotica rimembranza e, dopo la nascita, l’allattamento di Milkwood, pare quasi di essere in un corso pre parto, quando ti fanno vedere in quali condizioni il bimbo dovrebbe essere porto al seno che manco in un seminario di Osho si trovano certi suoni nella realtà domestica…l’evolversi sintetico del brano è foriero di soddisfazione interiore però.

Sorprese e conferme

Pulse Detected è sincopatico battito al rallentatore in una cattedrale sconsacrata, Loom gioca su una soffusa reiterazione, tipica della scuderia frippettronica, musica per hard listenging people qualcuno dirà. La title track, Leviathan, nei suoi 10 minuti abbondanti, ricorda le facciate b degli album del periodo berlinese di David Bowie (ma non solo), tappeteti ryleiani e loop in crescendo, After The Rain è musica per il quarto mondo, si affaccia qualcosa di etnico e primordiale e finalmente, qualcuno dirà nuovamente, arriva un singolo di beat sino ad adesso latitante.

 

Fire Tower, singolo (?) apripista, ha l’appeal di una ritmica robotica e vi si riconosce, neanche troppo faticosamente, l’origine Soft Cell specie in alcuni suoni di synth, Zhora prosegue sulla scia, è come se, dopo l’apparire del Leviatano, il ritmo, mai accelerato, sempre sinuoso ed insinuante, avesse deciso di palesarsi senza più remore. La chiusura è affidata a Sympatico, qui il duo la fa da padrone, questa la si può anche mettere in radio.

The Grid / Fripp – Leviathan: quante suggestioni!

Un album giano (nel senso di bifronte) che attinge a suggestioni di musica cosmica e dancefloor ancora a venire e che non mancherà di suscitare piaceri e stupori anche ai non addetti ai lavori, bentornati a tutti e tre prima che riparta il carrozzone karaoke cremisi…

The Grid / Fripp - Leviathan
7,5 Voto Redattore
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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