The Smile Montreaux Jazz Festival

Dopo l’ottimo debutto, The Smile pubblicano il live al Montreaux Jazz Festival.

A quasi sette mesi di distanza dal loro debutto, A Light For Attracting Attention, The Smile hanno pubblicato in digitale la loro esibizione al prestigioso e storico Montreux Jazz Festival. Il video è invece rimasto disponibile su youtube per sole 48 ore, ma successivamente sono state ripubblicate le singole canzoni ed è una visione raccomandabile soprattutto per il virtuosismo nei passaggi da uno strumento all’altro di Greenwood e per la carica energica del batterista Skinner. Tutte scelte che a me forse per motivi innanzitutto anagrafici risultano davvero poco comprensibili, ma che certamente avranno una loro ben precisa logica, anche se essa mi sfugge, preferendo sempre il supporto fisico. Anche perché il set pubblicato è solo una parte della performance essendo state purtroppo escluse le quattro nuove canzoni eseguite sul palco del festival svizzero.

L’esperienza dei tre musicisti

Se però parliamo di musica, che poi è la cosa che conta, il debutto della band composta dai due Radiohead Thom YorkeJonny Greenwood e da Tom Skinner dei Sons of Kemet è stato certamente fra le cose più interessanti uscite nel corso dell’anno ed è quindi con curiosità e buone aspettative che ci si accinge all’ascolto, che peraltro non delude.  Apre Pana-vision il cui arrangiamento per solo piano e batteria rende il brano meno tremulo e più fisico, grazie anche alla voce ispirata di Yorke e allo stile jazzistico di Skinner. L’atmosfera si riscalda con Thin Thing con gli ipnotici riff della chitarra di Greenwood e la spumeggiante batteria funk di Skinner memore dell’esperienza con Shabaka Hutchings.

Il virtuosismo degli strumentisti

Nei ritmi funk di The Opposite è l’interplay fra basso e chitarra a risaltare e a infiammare la platea prima che l’eterea ed elegiaca Speech Bubble creasse un momento di intenso raccoglimento ed evidenziasse il virtuosismo di Greenwood, impegnato a suonare contemporaneamente il piano e l’arpa. Ovviamente raccomandata la visione del video.

Anche l’accoppiata Free in the Knowledge/A Hairdryer replica le atmosfere inquiete del disco, sottolineate dal basso suonato con l’archetto da Greenwood, uno dei momenti migliori della performance che prelude a un finale intensissimo. Dopo una plumbea The Smoke è la folgorante e scatenata You Will Never Work in Television Again, per l’occasione c’è Robert Stillman al sax, furia punk e ritmi jazz per chiudere in bellezza.

The Smile at Montreaux Jazz Festival: perché non un DVD?

Che dire? Senz’altro un ottimo concerto a cui sarebbe stato bello assistere. Non aggiunge molto a quanto espresso nel disco, magari la presenza dei quattro inediti avrebbe conferito ben altro valore all’operazione, allora perché spendere 9,99$ per scaricarlo, quando è molto più gratificante e divertente guardarsi i video? Certo la qualità sonora non è la stessa, ma magari con un po’ di pazienza prima o poi uscirà il DVD integrale, dando così un senso compiuto all’operazione.

The Smile Montreaux Jazz Festival
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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