Con Lament i Touché Amoré sembrano mettere tutti d’accordo.
Ci sono tanti modi di ricollegarsi al punk nella musica contemporanea. Quest’anno il bel disco di Jeff Rosenstock, No Dream, ci ha riportati a un punk stradaiolo di grande annata. Ma oggi per molti la band che meglio incarna lo spirito punk sono i Touché Amoré. In giro da oltre dieci anni, stretti intorno al cantante-compositore principale Jeremy Bolm, costanti e con pochi cambi di formazione, si sono creati un pubblico che li ama e con il nuovo Lament sembrano metterlo d’accordo con la critica musicale, generalmente entusiasta.
Un disco nella tradizione del miglior hardcore (e dintorni) americano
Il suono dei Touché Amoré è decisamente americano. Le origini lontane le possiamo trovare in formazioni come i Minor Threat e i Fugazi, ai quali si aggiungono molte delle tendenze che il genere ha registrano negli anni ’00. C’è spazio per il post-hardcore, per l’emo (o screamo), ben poco invece per il garage, diciamo quel suono più r’n’r che caratterizzava il punk della prima ora.
Bolm urla nel microfono testi spesso belli, introspettivi anche quando hanno una valenza politica, fornendo una voce alle angosce sue personali, delle quali spesso parla (lutti, depressione), e nelle quali certamente non è difficile ritrovarsi. La band lacera chitarre e la sezione ritmica accompagna con vigore su canzoni la cui struttura è spesso non lineare, pur restando tutto sommato melodiche e ben sotto la soglia di rumore degli ultimi At The Drive-In, che pure qui e lì si sentono, per esempio in Limelight (con Andy Hull). Comunque i Touché Amoré scelgono per Lament un produttore, Ross Robinson, che ha lavorato con – fra gli altri – Korn, Slipknot e Limp Bizkit. Peraltro lo stesso Bolm è un fan della stagione nu-metal.
Jeremy Bolm e i Touché Amoré lasciano il segno con Lament
I momenti meglio riusciti del disco sono quelli che, come Reminders, invitano maggiormente a pogo e cori potenti, ma nell’insieme Lament non molla mai, mantenendosi solido e godibile dall’inizio alla fine. La voce da distruzione delle corde vocali di Bolm è parte del gioco, potrebbe anche stancare per un sovrappiù di emo, ma è credibile e alla fine articolato come mostrano le sue interviste. Un disco e una band che vivono e onorano una tradizione gloriosa.
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