Ty Segall Freedom’s Goblin RecensioneDrag City - 2018

Freedom’s Goblin: il ritorno dell’eclettico Ty Segall.

Ty Segall Freedom’s Goblin Recensione
Drag City – 2018

Enciclopedico, eclettico, debordante; termini che si adattano perfettamente allo stile di Ty Segall. Il trentenne cantautore californiano ancora una volta si presenta con un disco, Freedom’s Goblin, che aspira ad essere un catalogo di influenze ed ispirazioni ad ampio raggio. Solo nei primi dieci pezzi (su una ventina) si concentrano suoni ed atmosfere così diverse da lasciare imbambolato persino  l’ascoltatore più ben disposto. Anche  tenere a bada la manopola del volume diventa difficile, visto che tra un brano e l’altro le dinamiche possono essere molto, molto differenti; è il caso del salto brusco tra la ballata Rain e la successiva Every 1 ‘s a Winner.

 

Ty Segall gioca con generi e suoni

Durante l’ascolto ci si trova a giocare spesso con il tentativo di incasellare il brano nel suo spazio, pratica divertente anche per chi non considera la varietà un valore aggiunto. Detto e scritto  delle caratteristiche peculiari di Freedom’s Goblin citiamo  alcuni generi che vengono toccati: glam-rock, grunge, noise e punk ci stanno dentro di sicuro ma anche atmosfere disco-funky  meno prevedibili. Poi, per i buongustai,  ci sono queste due canzoni: la già citata Rain e Cry, Cry, Cry, che già dai titoli si ispirano alla musica dei Beatles; la prima è una bella ballata alla John Lennon, mentre la seconda è un calco del miglior George Harrison.

 

Freedom’s Goblin è un sorprendente viaggio sonoro

A questo punto, a metà disco, si fatica ad immaginare  cosa ci possa essere oltre, ma la tracklist continua a fornire sorprese:  prima le bizzarrie sonore di  fiati storti e jazzati  (Talkin 3) poi  la conclusiva And, Goodnight, brano sfiancante  che parte con una jam chitarristica  come quelle di  Everybody Knows This Is Nowhere (Neil Young) protraendosi, assai filologicamente, per una dozzina di roventi minuti. La consueta cura che Segall pone  nei suoni non fa che aumentare la piacevolezza di questo lungo e soddisfacente viaggio sonoro. Provare per credere.

Ty Segall - Freedom’s Goblin
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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