Freedom’s Goblin: il ritorno dell’eclettico Ty Segall.
Enciclopedico, eclettico, debordante; termini che si adattano perfettamente allo stile di Ty Segall. Il trentenne cantautore californiano ancora una volta si presenta con un disco, Freedom’s Goblin, che aspira ad essere un catalogo di influenze ed ispirazioni ad ampio raggio. Solo nei primi dieci pezzi (su una ventina) si concentrano suoni ed atmosfere così diverse da lasciare imbambolato persino l’ascoltatore più ben disposto. Anche tenere a bada la manopola del volume diventa difficile, visto che tra un brano e l’altro le dinamiche possono essere molto, molto differenti; è il caso del salto brusco tra la ballata Rain e la successiva Every 1 ‘s a Winner.
https://youtu.be/pTTc5AQzbKQ
Ty Segall gioca con generi e suoni
Durante l’ascolto ci si trova a giocare spesso con il tentativo di incasellare il brano nel suo spazio, pratica divertente anche per chi non considera la varietà un valore aggiunto. Detto e scritto delle caratteristiche peculiari di Freedom’s Goblin citiamo alcuni generi che vengono toccati: glam-rock, grunge, noise e punk ci stanno dentro di sicuro ma anche atmosfere disco-funky meno prevedibili. Poi, per i buongustai, ci sono queste due canzoni: la già citata Rain e Cry, Cry, Cry, che già dai titoli si ispirano alla musica dei Beatles; la prima è una bella ballata alla John Lennon, mentre la seconda è un calco del miglior George Harrison.
https://youtu.be/r23toVfaJy8
Freedom’s Goblin è un sorprendente viaggio sonoro
A questo punto, a metà disco, si fatica ad immaginare cosa ci possa essere oltre, ma la tracklist continua a fornire sorprese: prima le bizzarrie sonore di fiati storti e jazzati (Talkin 3) poi la conclusiva And, Goodnight, brano sfiancante che parte con una jam chitarristica come quelle di Everybody Knows This Is Nowhere (Neil Young) protraendosi, assai filologicamente, per una dozzina di roventi minuti. La consueta cura che Segall pone nei suoni non fa che aumentare la piacevolezza di questo lungo e soddisfacente viaggio sonoro. Provare per credere.
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