Quasi 40 anni di musica e gli Yo La Tengo di This Stupid World restano sottilmente convincenti.
Chiunque si occupi di quella cosa, un tempo abbastanza ben definita ma oggi nebulosa, chiamata indie-rock non può che voler bene agli Yo La Tengo. Anzi, è possibile che, ascoltando This Stupid World (Matador), gliene voglia ancora di più. Poco spettacolari e ancor meno glamour, eppure efficaci, costanti e affidabili, i tre di Hoboken – uno dei posti più provinciali del mondo per quanto si trovi a un ponte da Manhattan – hanno codificato il loro stile nel 1997con I Can Hear The Heart Beating As One, e nel quarto di secolo abbondante trascorso da allora poco o nulla sono cambiati. Dunque canzoni dilatate il giusto, psichedeliche senza deliri, melodiche senza sentimentalismi. Poi un po’ di noise, un po’ di motorik, un po’ di sperimentalismo, ma sempre senza esagerare. A poco a poco la bella formula è però scivolata in un vago manierismo, percepibile soprattutto nel prolisso There’s A Riot Going On del 2018.
Un pensiero paradossale a proposito di pandemia e Yo La Tengo
Poi c’è stata la pandemia e un silenzio discografico protrattosi per quasi sei anni. A pensarci bene è possibile che ai tre l’isolamento forzato abbia fatto meno danni che ad altri: Ira Kaplan e Georgia Hubley non sono lontani dalle nozze d’oro e di sicuro i loro contatti a distanza con James McNew sono stati ben più che quotidiani.
Forse ai diretti interessati è meglio non dirlo, ma viene proprio da pensare che il disastro sanitario abbia giovato alla musica degli Yo La Tengo. Senza alcun intervento esterno e senza pressioni discografiche è come se avessero potuto mettere in fila le idee e trasognarle con delicata perizia. Ed ecco che Tonight’s Episode riesce a inglobare noise, chitarra acustica e un call and response improbabilmente ma efficacemente sommesso. Subito dopo Aselestine, cantata benissimo da Georgia, è la ballata country che si può scrivere solo guardando una strada di Hoboken, mentre Apology Letters è un esempio da manuale su come scrivere una canzone d’addio facendo finta di non essere commossi (e quindi commuovendo molto).
Lo ‘spirito’ di This Stupid World
Tutto il disco risulta tanto sottotraccia quanto pervasivo, anche quando il ritmo accelera e gli strumenti si lasciano andare, come nel caso di Sinatra Drive Breakdown o dei tre lunghi brani conclusivi, quasi fluide improvvisazioni, un po’ shoegaze un po’ krautrock gentile alla Cluster/Harmonia. Potrà sembrare innocuo, o peggio noioso, a chi cerca emozioni robuste e imperiose in pieno sole, ma se qualche volta la notte ci si sente indifesi This Stupid World è la luce della candela – profumata, volendo – che rassicura e non brucia.
Be the first to leave a review.