Musica al tempo del lockdown: Yung Lean – Starz.
Mentre ci sono i primi cenni di fine del lockdown, con conseguenze ancora da valutare, ecco un disco che invita se non a stare in casa, almeno alla solitudine: Starz è l’atteso seguito dell’ottimo Stranger, uscito ormai nel 2017, anche se Yung Lean nel frattempo si è fatto sentire con musica varia, incluso un mixtape di buona qualità, Poison Ivy. Però Starz è il disco che deve confermare quanto costruito dal giovane musicista svedese. Se si amano le etichette, Jonatan Leandoer nasce come rapper, ma certo la sua non è musica per i party. In assenza di una promozione ‘fisica’, con il breve tour previsto da Yung Lean tristemente cancellato al pari di tutti gli altri, resta il live nel back of the truck a dare l’atmosfera giusta.
La produzione di Whitearmor
Cloud rap, altra etichetta, ossia basi ai confini del trip-hop, che grazie al produttore di fiducia Whitearmor compie una evoluzione definitiva.
La coppia Yung Lean – Whitearmor prosegue con Starz il discorso iniziato su Stranger, rendendo ancora più evidente l’utilizzo dell’ambient per costruire panorami sonori gelidi sui quali il senso melodico è spesso dato dalla sola traccia vocale. È un po’ la chiave per comprendere tutta la musica del duo, che informa l’intero Starz e che mostra una ricerca sui suoni notevole: synth spettrali, qualche traccia di organo, pochi beats, rumori di fondo già dalla traccia di apertura, My Agenda. Qualche canzone, per esempio Hellraiser, mostra un nesso con la trap, ma è veramente labile.
I brani già noti e quelli nuovi di Yung Lean – Starz
Alcuni brani erano usciti in anticipo, come Boylife In EU, che nel titolo potrebbe suonare come una risposta a Boylife In America di Cody ChesnuTT, se non che lì il testo prendeva in giro l’American way of life, qui invece Yung Lean tocca uno dei suoi temi costanti, ossia l’impossibilità dei sentimenti: “Toccami, avanti, sentimi. Guariscimi come se ti importasse di me. Toccami, decomponimi. Guariscimi, non vuoi vedere il vero me? Eccitami, uccidi il vero me. Eccitami, sei al mio fianco, ma sei davvero con me?”.
Molte le tracce da menzionare. Dance In The Dark ha il solo difetto di finire troppo presto, un verso centrale con il coro all’inizio e alla fine, rimane subito in mente. Iceheart, la title track con Ariel Pink (che non si sente più di tanto), Pikachu hanno pure un impatto immediato, ma nell’insieme Starz è un disco nel quale è necessario immergersi con calma perché divenga efficace. Put Me In A Spell si intitola il brano che chiude, e un incantesimo è in effetti quello che l’ascolto prolungato sembra produrre.
Be the first to leave a review.