Oliver Sim - Hideous Bastard

Oliver Sim degli xx al debutto da solista con Hideous Bastard

“L’album parla di me, di quello che sono.  Non potevo ricreare quello che faccio con gli xx  perché succede solo con Romi e Jamie.  All’inizio della scrittura ho realmente avuto una crisi di identità… ho praticamente detto: chi cazzo sono?”.

Il debutto da solista di Oliver Sim è un disco profondamente autobiografico. Hideous Bastard (Young  2022) arriva senza far troppo rumore portandosi dietro una parte della cifra stilistica degli xx e un’altra più misteriosa o quantomeno inaspettata. L’”orribile bastardo” che vive dentro Oliver Sim  ha deciso di liberarsi dai propri fantasmi esorcizzandoli con un album decisamente interessante. Nessuno si sarebbe aspettato che il “bravo ragazzo” di uno dei gruppi pop più interessanti degli ultimi tempi, avesse un lato in ombra così importante. Ora, a 33 anni, il nostro decide di raccontare il suo tardivo “coming of age” con un lavoro liberatorio che ha accompagnato un percorso di accettazione degli eventi di una giovane vita irrequieta.

Lo stile di Oliver Sim, tra xx e ricerca personale

Oliver Sim fa tesoro dell’esperienza con gli xx e aggiunge qualcosa al pop raffinato ed elegante a cui siamo stati abituati. Una spruzzata di elettronica e “alternative” affinano un album che al primo ascolto può sembrare troppo felpato, ma che cresce con gli ascolti successivi facendo ben sperare per un genere che non accenna a mollare la presa. Il pop di Oliver coinvolge delicatamente, e in maniera astuta, anche l’ascoltatore più distratto. I testi aggiungono il carico da novanta per un risultato che alla fine convince senza riserve.

Le canzoni di Hideous Bastard

Dieci brani inediti, 35 minuti di musica, ci trasportano in un mondo in cui dolore e meraviglia sono i protagonisti assoluti. Si apre con Hideous, una vera e propria perla impreziosita dall’emozionante intervento di Jimmy Somerville e da un video a tinte forti che non ha bisogno di spiegazioni lasciando ben comprendere le intenzioni del nostro. Il brano in questione, che è anche il primo singolo uscito, è l’episodio più simile all’XX style. Il resto dell’album oscilla tra momenti immediati e altri leggermente più ostici. Senz’altro ogni canzone ha una struttura melodica propria, ben definita e una linea armonica impeccabile. Nell’intermezzo centrale Hideous Bastard rallenta e in un paio di ballate sembra meno coinvolgente. Le parti  meglio riuscite si collocano dunque all’inizio, in particolare Romance With A Memory, e nel finale dove la sequenza GMT, Fruit e Run The Credits fanno di Hideous Bastard uno dei dischi pop migliori dell’anno in corso. Ascoltare – più volte – per credere!

Oliver Sim – Hideous Bastard
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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