La Top Ten Italia
In un paese che pensa di essere musicalmente centrale in ragione di un festival che si tiene da tempo in una nota località di mare e casinò e per la rapida ascesa/ascesi un gruppo di agitati ragazzi vestiti in modo eccentrico, la situazione sonica è in realtà deprimente. E lo è da anni. Lasciando perdere i paesi di madrelingua inglesi, l’Italia perde il confronto più o meno con chiunque: Francia, Spagna, Belgio, Turchia. Come quella del calcio, anche la nostra nazionale rock e dintorni ai mondiali nemmeno si qualifica. E questo vale per qualsiasi genere musicale, dal pop al rock alla trap in apparenza così vivace. Se vi è capitato di subire, durante una colazione al bar, il sottofondo delle emittenti “solo musica italiana” capirete cosa intendiamo: una banalità uniforme e malmostosa che inacidisce anche il cappuccino meglio preparato. Un giorno proveremo a capire meglio il perché di questa situazione. Comunque si accettano già da ora opinioni consigli, contributi, contumelie.
Eppure, in tanta desolazione, ecco dieci titoli (più tre) di eccellente qualità che non sono ascrivibili a una qualche linea di tendenza generale, se non a quella di guardare oltreconfine per ispirazione, idee e gioia di suonare. E questo vale di sicuro anche per l’unico personaggio noto, ovvero il lungicrinito rocker collocato al numero 10.
- Dead Cat In A Bag – We’ve Been Through
- OSSI – OSSI
- Nero Kane – Of Knowledge and Revelation
- Dagger Moth – The Sun Is A Violent Place
- Le Forbici di Manitù & Friends – Incredible?!
- Not Moving – Love Beat
- Alessandro Fiori – Mi Sono Perso nel Bosco
- Rita Tekeyan – Green Line
- Gnut – Nun Te Ne Fa’
- Manuel Agnelli – Ama il prossimo tuo come te stesso
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La promessa: Rodolfo Bignardi – Tunes for Empty Rooms
La falsa promessa (di non incidere più): Francesco Guccini – Canzoni da Intorto
Il disco giusto nel momento sbagliato (troppo tardi per le liste 2021, troppo presto per quelle 2022): Max Manfredi – Il grido della fata