Il Rooms by the Sea, 1951 di Edward Hopper

Primo agosto: tempo di prendere una pausa, in una casa in riva al mare o ovunque vi paia, ma la musica non può mancare. Sulle piattaforme impazzano le playlist dell’estate 2022, così anche TomTomRock propone la sua, eclettica come da tradizione. Rock, post-punk, dance, pop, cantautorato, hip-hop (persino da Bari…). Alcuni nomi si ripetono: un’indicazione per la classifica finale? Vedremo… Intanto, ecco le canzoni che ascoltiamo e perché  (Il dipinto è Rooms by the Sea, 1951 di Edward Hopper).

Enio Bruschi

Marc Almond & The Pet Shop Boys – Purple Zone

Tornano, questi ragazzacci impenitenti della elettro wave inglese, dopo un bel po’ di silenzio. Fa discutere l’album, ma la bellezza del singolo è fuori dal tempo e dallo spazio in cui viviamo. Gustatelo, in ogni versione: extended, dub, club mix. È una scheggia irresistibile, trascinante, ossessiva. Non si può smettere, una volta iniziato.

Maneskin – If I Can Dream

Cover per Baz Luhrmann, confezionata dagli amati e odiati Maneskin, di uno dei pezzi più scavati nell’anima nera di Elvis, che la cantò come se Otis Redding fosse il re del rock. Continueranno a piacervi, continuerete ad odiarli, Elvis continuerà a parlarvi o non lo farà mai. Qui, temo, ci sia poco da discutere. Se si guarda al risultato.

Dan Sartain – You Can’t Go Home No More

Un surf teso e ventoso, da brividi, che porta ad una casa che non c’è più, che non c’è mai stata. Dan Sartain se n’è andato, ma non è dimenticato. Iniziate ad ascoltarlo, questo menestrello dell’Alabama, a partire da qui, nella calura estiva, vi farà un gran bene volergli un po’ di bene.

King Hannah – It’s Me And You, Kid

Sonnolenta, sorridente, maliziosamente seducente, elettrica, satura di chitarre. Da ascoltare, stupendo, nei sonnacchiosi pomeriggi di afa, fra veglia e sonno. Difficile da dimenticare, dopo.

Lucy Dacus – Partner In Crime

Chitarra, piano, una voce. Può bastare ed anche avanzare quando si ha il talento di toccare il cuore, ritraendo subito la mano. Da ascoltare sulla soglia di una porta aperta alla notte, aspirando il verde e il bianco dell’estate, e soffrendo un po’ ma non troppo, ché qui ci sta bene.

Mauro Carosio

Placebo – Try Better Next Time

Dal felicissimo ritorno dei Placebo una canzone solare e disimpegnata tratta da uno dei dischi migliori dell’anno dove non manca, veramente,  nulla.

Fontaines D.C. – Roman Holidays

Perfino Skinty Fia, un capolavoro cupo, riesce a regalarci un momento vagamente radiofonico. Roman Holiday è la canzone dell’estate per l’ormai stimatissimo gruppo irlandese.

Wet Leg – Ur Mom

Di “canzoni per l’estate”  le ragazze ne hanno sfornato a bizzeffe! Ma questa è davvero irresistibile. Buon ferragosto!

Arcade Fire – The Lighting II

All’uscita di We in molti siamo stati perplessi. Ma questo brano, che avrà pure qualche difetto, è perfetto per una danza dissennata in spiaggia dopo un paio di cocktail… forti…

Bodega – Statuette On The Console

I “figli dei B52’S” sanno come far divertire chiunque in ogni periodo dell’anno. Vivamente consigliato anche il resto dell’album.

Giovanni Ferrari

Jack White – Taking Me Back (Gently) 

Come non innamorarsi di questa versione ragtime che, come per magia, trasforma l’originale teso e nevrotico in un nostalgico ‘divertissement’.

Rosalía – La Fama (feat. The Weekend) 

Non facile selezionare un brano da quel capolavoro assoluto che è Motomami. La Fama, però, fa proprio estate- dalla prima all’ultima nota.

Miss Fritty – Non M’Nderess (feat. Il Nano) 

Dalla Puglia con furore- e con tutto il sapore di un piatto di cozze veraci. Uagnùn, non c’è niente da fare: Miss Fritty spacca!

Young Fathers – Geronimo   

Bravi, belli, e intensi. Emozionante saperli ancora insieme. La sorpresa più piacevole di quest’estate.

Let’s Eat Grandma – Hall of Mirrors 

Piccole donne crescono… e si lasciano sedurre dalle sonorità del pop anni 80.

Paolo Gente

Working Men’s Club – Ploys

Cate Le Bon – Harbour

Florence & The Machine – Free

Beach House – Superstar

Hercules and Love affair – One

Nicola Gervasini

Angel Olsen – All The Good Times

Una canzone che colpisce subito per la sua rigorosità nel seguire grammatiche di country classico, ma anche per la sua freschezza: che sia questa la modernità?

Father John Misty – The Next 20th Century

Un flusso di libero pensiero a conclusione di un album intelligentemente passatista, una delle migliori prove di songwriting di questo 2022.

Florence & The Machine – King 

Un inizio spiazzante, teso, sofferto, a suo modo militante, per il loro album più vario e maturo.

Michael Head and The Red Elastic Band – Kismet

Per certi versi Head segue la strada di Father John Misty nel ricercare la canzone pop perfetta nei grandi arrangiatori degli anni 60-70, vincendo probabilmente la sfida di rendere il tutto ancora perfettamente credibile nel 2022.

Spoon – Wild

Dopo un lungo periodo di appannamento, gli Spoon sono tornati alla carica con un album che pare nato da una sgangherata jam session in strada. Era solo questione di ritrovare lo spirito originario allora.

Ignazio Gulotta

Alessandro Fiori – Estate

Vita e morte, malinconia e gioia anche questo è estate e ce lo ricorda Alessandro Fiori  con versi che ci regalano immagini di grande forza evocativa:  “I nonni perdono la vita / Ballando il valzer sul divano” o “Ti guardo le cosce abbronzate / Son di nuovo geloso”. Per i momenti di solitudine.

King Hannah – All Being Fine

Perfetto per la seduzione di una calda notte estiva ingentilita da profumi speziati e dal fascino irresistibile  della promessa  che presto qualcosa di desiderabile e gradevole accadrà. Magari non succederà, ma almeno ne nutriamo l’illusione.

Ossi – Out Demons Out

Si definiscono cantastorie psichedelici e trafficano con l’immaginario sempre più corrotto e psicopatico di questi anni da incubo. Out Demons Out campiona deliri di vario genere, ma tutti reali. Per non dimenticare che dopo le spiagge ritorneremo in città e per non deprimerci troppo grazie al sano r’n’r. Album in uscita a settembre.

Wet Leg – Chaise Longue

Se tormentone estivo deve essere allora cosa meglio delle due sfrontate ragazzine inglesi. D’accordo, niente di nuovo, ma ogni tanto bisogna pur divertirsi, la spensieratezza sarebbe piaciuta perfino a Schopenauer!

Mariangela Macocco

Warpaint – Hard to Tell You

Brano delicato e malinconico, Hard To Tell You è anche uno dei più riusciti di Radiate Like This, ultimo lavoro delle Warpaint. Il perfetto biglietto da visita per le californiane, sempre più brave e affiatate.

Interpol – Fables

Ritorno felice anche per gli Interpol da più di 4 lustri sulla cresta dell’onda.  Fables è un brano nel più classico stile Interpol, ma è anche la perfetta dimostrazione della freschezza e della capacità di rinnovarsi di una band che non rinuncia a mettersi in discussione.

Red Hot Chili Peppers – Poster Child

Cadenze funk ci introducono a Poster Child, uno dei brani più interessanti di Ultimate Love, l’album del grande ritorno di John Frusciante nei Red Hot Chili Peppers. E il brano,  dal testo complesso e originale, è da Frusciante particolarmente influenzato, dalla voce prestata ai cori ai riff di chitarra fino ad arrivare all’uso sapiente dei sintetizzatori.

The Smile – Pana-vision

Incluso in A Light for Attracting Attention degli Smile, side project pensato da Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead, Panavision sintetizza al meglio i mille rivoli creativi dei due musicisti alla ricerca di una nuova libertà artistica. L’esito è un album insolito e sperimentale di cui Panavision è uno dei più interessanti biglietti da visita.

Kendrick Lamar – Mother I Sober

Featuring prestigioso quello che vede coinvolti Kendrick Lamar e Beth Gibbons dei Portishead. I due duettano in uno dei momenti più densi del nuovo album di Lamar. Un brano emozionante che fonde un testo dall’alto contenuto emotivo, due voci perfettamente in sintonia e una trama sonora che si sviluppa in un crescendo coinvolgente.

Fausto Meirana

Laura Veirs (con Kate Stables) – Autumn Song

ovvero, l’estate sta finendo, come i matrimoni, le birre nel frigo e l’uso dei congiuntivi. Prendiamone atto e ascoltiamo una bella canzone, non brechtiana, sull’autunno.

Weather Station – To Talk About

cioè di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Pigrizia, languore e l’unica  strofa per  voce maschile di questa playlist; mancano solo le cicale.

Joan Shelley – The Spur

è il più recente dei brani della scaletta estiva, eppure suona come certi dischi di oltre quarant’anni fa, di quelli buoni; può essere un difetto?

Sharon Van Etten – Come Back

Sharon Van Etten mette un po’ del suo pepe in questa scaletta forse  troppo pomeridiana, cercando di far tornare qualcuno che non vuole, ma che tornerà, appena farà meno caldo!

Stacey Kent – Landslide

Un vecchio brano, parecchio sottovalutato, dei Fleetwood Mac, o meglio di Christine McVie, in una versione un poco fredda e asciutta da gustare davanti al cocktail preferito… buona estate!

Marina Montesano

Rosalía – Saoko

Unica canzone tratta da un LP già uscito, per quanto mi riguarda, in questa playlist dell’estate 2022. Anche se in genere ascolto più album che singoli, ci sono alcune anticipazioni che mi fanno ben sperare per la seconda metà dell’anno. Quanto alla prima, se c’è un gioiello che brilla più di tutti gli altri, è Motomami della splendida Rosalía: voce, beats, arrangiamenti, non c’è proprio nulla di sbagliato qui. E siccome La Fama è già stata citata, a ragione, scelgo il brano che apre fra jazz, industrial e reggaeton: Saoko, papi, saoko!

Phoenix – Alpha Zulu

Se dovessi scegliere una sola canzone dell’estate sarebbe questa Alpha Zulu. Ho amato molto il loro ultimo disco, ma qui siamo ai livelli di Lisztomania. E poi c’è il video…

Mars Volta – Blacklight Shine

Sono tornati! E a giudicare da questa canzone e dall’altra anticipazione, Graveyard Love, hanno optato per una maggiore fruibilità, pur senza mettere da parte la voce peculiare di Cedric e la chitarra psichedelica di Omar.

Gorillaz ft. Thundercat – Cracker Island

In estate un’isola ci sta bene, anche se questa isola di bianchi pare piuttosto inquietante. Fa nulla, la voce suadente di Albarn e la ritmica groove di Thundercat sono un connubio perfetto.

Jessie Ware – Free Yourself

Anche se al momento ascolto la disco-house del nuovo disco di Beyoncé, il ritorno della regina della nu-disco inglese, Jessie Ware, con il singolo Free Yourself, mi convince come What’s Your Pleasure? due anni fa. E poi la disco in estate non può davvero mancare, il rock fa caldo.

Tore Sansone

Liam Gallagher – Diamond In The Dark

L’estate vuole cantare ritornelli alla luce delle stelle.

The Black Keys – Good Love

Come si fa a non mettere in classifica un blues che vede come ospite Billy Gibbons?

Jack White – Fear Of The Dawn

“Quando mi metto al lavoro, cerco di fare qualcosa di nuovo”, Jack White.

Placebo – Happy Birthday In The Sky

Perché un compleanno può anche essere strazio e assenza. Anche col sole che splende.

The Rolling Stones – Brown Sugar

Live at the Mocambo è un capolavoro assoluto. Per tutto. E Brown Sugar è solo la perla tra le tante di quelle serate.

Antonio Vivaldi

Mary J. Blige – Good Morning Gorgeous

Cosa c’è di più estivo – e più sborone – della supervilla con piscina sotto il solleone in cui è girato il video clip di Good Morning Gorgeous? Eppure non è tutto oro quel che luccica intorno a Mary J. giacché  il testo parla di una seria crisi d’identità e della fatica di uscirne. E questo doppio registro luce/ombra  è un po’ il filo conduttore delle canzoni che seguono. D’altronde se non è un’estate ambivalente questa…

Soft Cell & Pet Shop Boys – Purple Zone

Parecchio estivo è anche il ritmo ballabile (da discoteca sul mare, per la precisione) di Purple Zone, il pezzo che ha dato il via alla recente collaborazione fra due supernomi anni ’80, Soft Cell e Pet Shop Boys. Meno da spiaggia il testo: “Usciamo da questa vita/ Sono spaventato e solo/Paralizzato nella zona purpurea”. Quanto a Marc Almond gelataio (v. il videoclip), nessuno vorrebbe trovarselo davanti passeggiando sul lungomare.

Belle and Sebastian – Young and Stupid

In tempi difficili cosa c’è di più rassicurante di un ritorno al nostro passato, ai giorni in cui eravamo giovani e stupidi? E lo eravamo soprattutto in quegli infiniti giorni d’estate…

Rolling Blackouts C.F. – My Echo

Le chitarre dei Rolling Blackouts evocano  gli infiniti spazi australiani e percorsi automobilistici altrettanto infiniti. Sì, viaggiare. Ma se il passaporto non arriva in tempo?

Metronomy – Things Will Be Fine

Il pop, si sa, è la musica perfetta per l’estate, scoppiettante per sua stessa definizione. Il pop dei Metronomy è più pensoso che scoppiettante, questo è vero, ma il messaggio di questa canzone è comunque consolatorio.

Giorgio Zito

Kendrick Lamar – The Heart Part 5

Il ritorno di Kendrick Lamar a cinque anni di distanza dal disco precedente è una bomba su base funky anni ’70, con le rime taglienti e impeccabili del miglior rapper americano di oggi. Per iniziare una giornata estiva con la migliore carica.

Fabri Fibra, Colapesce & Dimartino – Propaganda

Raggiunti i 45 anni, il rapper di Senigallia riesce ancora a graffiare con classe, aiutato dalla coppia di cantautori prestati al pop Dimartino e Colapesce, che danno un tocco di finta leggerezza al brano, come è nel loro stile, rendendolo cantabile al primo ascolto da tutti, anche sotto l’ombrellone.

Elvis Costello – Magnificent Hurt

L’eclettico e multiforme rocker irlandese cambia di nuovo le carte in tavola tornando ai suoni di inizio carriera, e facendo ancora una volta centro. Un brano frizzante, per prepararsi con la giusta energia a una serata estiva.

Lizzo – About Damn Time  

Come ridare dignità alla disco music. Perché in fondo il soul è sempre la musica più coinvolgente di tutte. Adatto per una serata estiva in discoteca all’aperto, magari a bordo piscina.

Silk Sonic – After Last Night  

Un super duo più che una super band: il million seller Bruno Mars e il genio di Anderson .Paak (uno dei pochi credibili pretendenti al trono che fu di Prince) in un progetto dal nome Silk Sonic. Il singolo After Last Night uscito a inizio luglio potrebbe essere il giusto brano per chiudere una serata estiva sulla spiaggia, aspettando il sorgere del sole, in buona compagnia.

Franco Zucchermaglio

The Rolling Stones – Brown Sugar

Sì, lo so: il capo dice sempre che per i dischi per l’estate si possono anche scegliere incisioni vecchie uscite nell’anno in corso, però insomma, non facciamo i boomer, molto meglio scegliere la roba nuova. Consiglio comprensibile, però quest’anno non posso fare altro che scegliere come primo singolo questa versione tutta fuoco, sudore e passione di Brown Sugar, classico maledetto, ora vittima della censura #metoo; così bella e intensa gli Stones non l’avevano mai fatta e non l’avrebbero più rifatta. Una meraviglia.

Mavis Staples and Levon Helm – The Weight

Sì, lo so: il capo dice sempre etc. Qui è un cerchio che si chiude, siamo nell’estate del 2011, trentacinque anni dopo la versione dello stesso pezzo in The Last Waltz: aleggiano gli spiriti di quelli che non ci sono più (Pops Staples e la sua voce di velluto, Rick Danko e la sua anima soul, Richard Manuel e la sua grazia da fallen angel), di quelli che ci sono ma non partecipano più (Robbie Robertson perché alla fine ‘sto pezzo meraviglioso lo ha scritto lui). Mavis ci accarezza come il padre e ruggisce come solo lei sa fare; Levon, oltre al suo drumming al solito inesorabile, si (e ci) regala anche iI suo canto, con la voce indebolita dalla malattia, ma sempre meravigliosa, con quell’inconfondibile timbro nasale del ragazzo dell’Arkansas: pochi mesi dopo, lascerà questo mondo. Provateci voi a non piangere. Applausi.

Fountaines D.C. – Jackie Down the Line

Il difficile terzo disco secondo me è così così, forse hanno voluto mettere troppa carne al fuoco, chissà; peccato perché questo singolo ci aveva fatto perdere la testa, pezzo strepitoso, tirato, implacabile. Questi comunque sono bravi davvero.

Spoon – Wild

Queste vecchie canaglie texane si concedono con il contagocce, ma quando lo fanno succede sempre qualcosa: dentro questo ultimo splendido disco c’è questa Wild, un pezzo di prende e ti porta in alto in un crescendo contagioso, un piano un po’ gospel un po’ Primal Scream, le chitarre che graffiano. Bravissimi, al solito.

Wilco – Falling Apart (Right Now)

La magia inspiegabile degli album della prima metà degli anni 2000, quella tensione irripetibile tra furore e melodia, è probabilmente finita per sempre, come era naturale fosse: troppo faticosa e non replicabile con il solo mestiere. Resta il talento comunque di quello che forse è il miglior gruppo americano degli ultimi vent’anni che ci regala questo pezzo sbarazzino, pura estate che entra dai finestrini della macchina in corsa e ti scompiglia capelli, regalandoti un sorriso. Io li amo.

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