Wilko Johnson

Un saluto a Wilko Johnson, chitarrista dei ruvidi, spiritati Dr. Feelgood

Nel 2013 a Wilko Johnson viene stato diagnosticato un tumore incurabile al pancreas. Rifiuta la chemioterapia e intraprende invece un faticoso Farewell Tour per concludere da musicista la sua vita. Poi, una diagnosi più accurata e un drastico intervento chirurgico cambiano  la situazione al punto da farlo dichiarare: “Ho deciso di interrompere il Farewell Tour. Non mi sembra serio continuarlo, visto che l’addio non è poi così vicino”. Fine humour britannico per un artista che aveva scelto una musica (e un’immagine) che fine proprio non era.

A partire dal 1973 i suoi Dr. Feelgood sono esponenti di punta di quel suono sporco, nervoso e precorritore del punk chiamato pub-rock. Johnson suona la chitarra elettrica senza plettro, a mano aperta quasi percuotendo le corde, e solca i palchi dei concerti con anfetaminiche duck walks. Per non parlare degli occhi che sembrano schizzare fuori dalle orbite. Pochi fra i super-etilici fan sanno che quel personaggio debordante (autore, fra l’altro di quasi tutti i pezzi originali in repertorio) ha una laurea in lingua e letteratura inglese e si interessa di astronomia.

Dopo la fuoriuscita dal gruppo a fine 1977, per dissidi con il cantante Lee Brilleaux, forma i Solid Senders e, dal 1978 al 1980, si unisce ai Blockheads di Ian Dury. Il resto della sua carriera musicale è con la Wilko Johnson Band. Nel 2010 suona dal vivo insieme agli Stranglers. Ha anche una breve carriera d’attore: con faccia squadrata e l’ormai classico sguardo folle è un perfetto Ilyn Payne, boia muto e implacabile ne Il trono di spade.

Doveroso poi ricordare lo struggente documentario di Julien Temple dedicato ai Feelgood, Oil City Confidential (2009), e l’album Going Back Home, inciso insieme al cantante degli Who Roger Daltrey. Un disco pubblicato in fretta e furia nel 2014 nel timore che Johnson non ce la facesse a vederlo uscire. Invece c’è riuscito e ha continuato a suonare dal vivo fino a un mese fa. Ieri la famiglia ha dato notizia della sua morte, avvenuta il 21 novembre per cause non specificate.

In un’intervista di qualche anno fa Wilko Johnson (che per l’anagrafe era John Andrew Wilkinson) aveva raccontato di come ancora soffrisse per i dissidi avuti con Lee Brilleaux e per non essere riuscito a riconciliarsi in tempo con il cantante, scomparso nel 1994. Forse, da qualche parte, il chiarimento è già iniziato.

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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